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CARCERE DI TORINO NEL CAOS

Detenuti ubriachi scatenano la rivolta in carcere: feriti tre agenti

Incendi e armi rudimentali, la resa dopo tre ore di trattative

Tre agenti sono rimasti feriti o intossicati

Tre agenti sono rimasti feriti o intossicati

Il sit in dei sindacati, andato in scena giovedì, non è bastato. Ad appena 24 ore di distanza dalla protesta per le condizioni del carcere di Torino, tra le celle è scattata una vera e propria rivolta.

Venerdì sera, un gruppo di 5/6 detenuti stranieri ubriachi (nelle celle molti detenuti fabbricano artigianalmente alcolici tramite la fermentazione della frutta) ha dato fuoco alla 4ª sezione del padiglione B: armi rudimentali, bombolette accese, materassi infiammati, neon spaccati. È stato necessario evacuare il piano per riuscire a riportare la calma mentre solo grazie all’intervento del personale in servizio e di numerosi agenti di polizia penitenziaria liberi e richiamati in servizio, dopo più di tre ore di trattative, i reclusi hanno iniziato a cedere, evitando il peggio.

Tre agenti di servizio sono rimasti contusi e intossicati tanto che si è reso necessario fare intervenire il 118 per condurli al pronto soccorso da dove sono stati dimessi con una prognosi che va dai 6 ai 10 giorni ciascuno.

Secondo Leo Beneduci, segretario generale dell’Osapp, la situazione è tale che che «nel carcere di Torino il caos è diventato di tale evidenza e gravità da sconsigliare persino l’allocazione di ulteriori detenuti nell’istituto di pena. Purtroppo a nulla sono valsi i costanti appelli alla Presidente del Consiglio Meloni di dichiarare lo stato di emergenza delle carceri, per cui saranno presto aditi le Autorità e gli Organi Giuridizionali europei».

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