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La storia

Suburra a Torino, la scalata dei rom nel "mondo di mezzo"

Nuovi scenari e alleanze tra alcune famiglie dopo l'omicidio del capoccia del Balon Johnny Sulejmanovic

Suburra

Manfredi e "Spadino" Anacleti

Non è trascorso un secolo, sono passati solo 8 anni dall’arresto di Sena Halilovic, la regina degli zingari prelevata dalla polizia dalla sua pomposa baracca in via Germagnano. Eppure la regina non la ricorda più nessuno. Come più nessuno ha memoria del funerale sfarzoso, con carrozze e cavalli, in perfetto stile Casamonica, di Idriz Seferovic, “Il boss dei Rom”, sepolto al Monumentale di Torino.

Sena Halilovic, la Regina

Era il 2019, ma da allora in quel piccolo mondo antico, dove gli accampamenti più grandi (Lungo Stura e Germagnano) sono stati spazzati via, è cambiato tutto. E quando si parla di re e regine, inevitabilmente non si possono dimenticare i principi, come Denis Jovanovic, l’aitante sedicente manager rom di professione rubacuori e capace di organizzare furti impossibili. Anche lui è stato ospite delle patrie galere; nonostante la sua giovane età, non sembra far parte della nuova generazione rom, decisa e violenta, capace di uccidere per regolare qualche conto in sospeso.

Denis Jovanovic, il principe rubacuori

Vittima dell’ultimo delitto è Johnny Sulejmanovic, 18 anni, già capoccia del Balon, freddato a Milano davanti agli occhi della moglie, da due killer scomparsi nel nulla. Da quel che si è appreso, il commando sarebbe partito qualche ora prima da Torino per chiudere una questione esplosa qualche mese fa, si sospetta, nella sala d’attesa del Maria Vittoria. Una faida dai contorni indefiniti sulla quale stanno indagando gli investigatori della squadra mobile di Milano e di Torino.

L'ultima vittima, Johnny Sulejmanovic

La nuova generazione rom sembra essere composta da feroci gruppi di fuoco, quasi a scimmiottare la Suburra romana. Gang che esercitano la violenza e il ricatto per farsi strada in modo prepotente nel modo degli affari e della politica. Bande a disposizione degli uni o degli altri, decise ad emergere anche in maniera autonoma per ottenere quelle posizioni dominanti che agli zingari, di qualunque etnia, sono sempre state negate. Sì, sembra Suburra, pur non chiamandosi i protagonisti Manfredi Anacleti, Aureliano Adami, Valerio “Samurai” o Spadino e, nella fiction, come nella realtà, si indaga per individuare gli intrecci con la criminalità comune e organizzata e con il “mondo di mezzo” della finanza e della politica.

Idriz Seferovic, l'ultimo Re

Insomma, lasciate le truffe, più o meno in grande stile e l’accattonaggio, anche gli zingari sembrano voler entrare nei salotti buoni, ma vogliono farlo a modo loro e senza chiedere il permesso. Qualcuno dei “patriarchi” vorrebbe che fosse così, anche se le resistenze ci sono e, da qui, le faide su chi decide e comanda in un mondo “liquido”. Infatti, è vero che il corpo di Johnny, Sulejmanovic ancora agonizzante è stato trovato e soccorso (inutilmente), ma è altrettanto plausibile immaginare che altri cadaveri possono sparire senza che nessuno mai ne denunci la scomparsa.

I funerali dell'ultimo Re, Idriz Seferovic

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