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beni culturali

Collezionista vendeva online libri del '700 rubati ai nobili di Torino

A restituirli ai legittimi proprietari sono stati i carabinieri

Alcune delle opere d'arte ritrovate dai carabinieri e appartenenti al casato La Marmora

Alcune delle opere d'arte ritrovate dai carabinieri e appartenenti al casato La Marmora

Erano stati rubati più di 40 anni fa, adesso però torneranno nella biblioteca di famiglia. Ritorneranno nell'antica biblioteca sei volumi risalenti al 1775 appartenenti al casato La Marmora, discendenti del generale Alfonso La Marmora, figura di spicco del Risorgimento italiano. I beni sono stati sequestrati dai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Torino, nel corso di un'indagine avviata nel 2021 e tuttora in corso. I volumi, che sono parte di una collana più ampia e ancora incompleta, dal 1848 appartengono al fondo La Marmora e sono stati individuati su una piattaforma digitale specializzata nel commercio librario, dove erano stati messi in vendita con altri beni sottratti a biblioteche pubbliche e private e ad istituti religiosi del Piemonte. La loro identificazione è stata possibile dopo che i carabinieri hanno riscontrato la presenza del timbro riportante lo stemma nobiliare della famiglia La Marmora, e dai numeri d'inventario attestanti la loro collocazione nella biblioteca. Sconosciute le circostanze della sottrazione, collocabile temporalmente negli anni '80, come emerso a seguito dell'inventario dei beni. Dopo che le opere sono state rintracciate, la Procura di Torino ha emesso un decreto di perquisizione a carico di un collezionista ravennate di testi antichi, che era solito dedicarsi anche al commercio online. 

Solo nel 2023 i carabinieri del Tutela Patrimonio Culturale di Torino hanno tracciato, controllato ed esaminato 3800 beni e opere d'arte, recuperando 7181 beni culturali, di cui 3125 nel settore librario/archivistico, 13 armi antiche, 26 gioielli antichi, 194 opere pittoriche, 145 sculture e 3420 reperti archeologici e 2338 reperti numismatici provenienti da scavi clandestini. Il valore stimato sul mercato delle opere recuperate nel 2023 è di oltre 200 milioni di euro. Sono 685 le opere false o contraffatte poste in sequestro per un valore stimato sul mercato di oltre 400mila euro.

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