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Scandalo del fritto misto, il giornalista Luca Ferrua si dimette dopo l'accusa di corruzione

L'ex caporedattore de "La Stampa" lascia il gruppo Gedi e l'incarico da direttore de "Il Gusto"

Scandalo del fritto misto, il giornalista Luca Ferrua si dimette dopo l'accusa di corruzione

Per Luca Ferrua è stato fatale lo "scandalo del fritto misto": come comunicato poco fa dal gruppo Gedi, editore delle testate La Stampa e La Repubblica (tra gli altri), il giornalista ha rassegnato le dimissioni con effetto dal 1° giugno. Nella stessa data cesserà il suo incarico di direttore de Il Gusto, il content hub verticale di Gedi dedicato all'enogastronomia. 

Nella sua nota la società editrice rivolge a Ferrua "i migliori auguri per le sue prossime sfide professionali".

A lungo caporedattore del quotidiano torinese, il giornalista è indagato insieme a un consigliere comunale di Baldissero, Federico Costa, a Maria “Rosy” Ursillo, a Beppe Carlevaris e Alessandro Zanon (presidente e direttore di Visit Piemonte, società della Regione per la promozione turistica). I reati contestati sono, a vario titolo, corruzione e turbata libertà di scelta del contraente.

L’inchiesta coordinata dalla pubblico ministero Elisa Buffa riguarda il “Fricassè ‘d Baudisé”, una manifestazione organizzata l’anno scorso dal Comune collinare per promuovere il fritto misto piemontese. È stata finanziata con 19.000 euro del Comune di Baldissero e 50.000 dalla Regione (attraverso VisitPiemonte). Soldi che, anche secondo quanto sta ricostruendo la Procura, sarebbero prima passati all’associazione locale Pinin Panot e poi alla società Rosfert srl, che avrebbe ricevuto direttamente 48mila euro e di cui sono soci Ferrua e Ursillo, ex moglie di Costa.

L'indagine è nata da un esposto che la consigliera di minoranza Paola Chiesa aveva presentato alla Procura e alla Corte dei conti. Dopo un accesso agli atti, si era insospettita per i preventivi «elevati, generici e identici alle fatture finali - ha spiegato -. Per esempio, c’erano delle cene nei ristoranti Esterina e Torinese: i commensali hanno pagato 40 euro, eppure gli eventi sono costati 7.000 euro. Poi 10mila euro di rassegna stampa, 7.400 per un video promozionale e 4.500 di campagna sui social network».

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