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La sentenza

«Hai un bel culo»: condannato l'allenatore che molestava la promessa del tennis torinese

L'accusa: violenze sessuali e maltrattamenti ai danni di Giulia Pairone, che all'epoca era minorenne

«Hai un bel culo»: condannato l'allenatore che molestava la promessa del tennis torinese

Giulia Pairone, promessa del tennis torinese, ha trovato il coraggio di denunciare gli abusi che ha subito quando era ancora minorenne. E ora, a distanza di un decennio da quei fatti, un giudice ha pronunciato la sentenza di condanna per il suo ex allenatore: la pena inflitta a Ivano Rolando è di 4 anni e 6 mesi di carcere per violenza sessuale e maltrattamenti ai danni della tennista che avrebbe dovuto seguire, aiutare, tutelare. Si aggiungono 20mila euro di liquidazione come risarcimento per Pairone.

Pairone ha avuto il coraggio di denunciare e di metterci la faccia nel 2019, quando si è affidata all'avvocato Annalisa Baratto e ha presentato una lunga denuncia contro il coach, oggi 52enne. Ha ricostruito quel rapporto sempre più “morboso” con il coach. Le telefonate serali, i continui messaggi, la «manipolazione e il controllo affettivo», sintetizza il pubblico ministero Elena Parato, che contestava maltrattamenti (di natura psicologica) dal 2009 al 2013. «Mi diceva che dovevo andare a scuola in tuta. Che non potevo parlare con i miei amici. Che non potevo avere un ragazzo», altri passaggi della querela. La pm descrive le condotte dell’imputato come forme di «controllo, costante, della sua vita privata». Giulia denuncia di essere stata «manipolata» fin da quando era ragazzina. Il coach dopo gli allenamenti la accompagnava a casa, poi le telefonava. «Per tre anni di seguito». La domenica si presentava a casa sua. Secondo l’ottica dell’accusa, per «controllarla ed esercitare una forma di dominio sulla sua persona». Le “umiliazioni” verbali erano all’ordine del giorno: «Hai un bel c...». E hanno provocato «uno stato di prostrazione, terrore, avvilimento, sofferenza fisica e morale» alla giovanissima tennista.

Durante le trasferte Rolando avrebbe preteso che la giovane dormisse nella sua camera. L’accusa di violenza sessuale è riferita a presunti e ripetuti palpeggiamenti. «Esigeva che mi sdraiassi nel letto con lui», quanto veniva ribadito nella querela e non emergeva nelle foto sorridenti pubblicate sui social network.

In un passaggio, la tennista racconta: «Al Roland Garros nel 2013, mi venne il fuoco di Sant’Antonio. Persi al secondo turno. Tornata a Torino, mi venne un attacco di panico sul campo. Non riuscivo a respirare». Il corpo manifesta i primi segnali. «Me ne sono andata da quel campo e non ho mai più messo piede lì - scrive la ragazza nella denuncia - Era il 2013. Perdevo capelli, aumentavo di peso, ho avuto attacchi di panico». Giulia sceglie di affidarsi alla psicoterapia e soltanto dopo un lungo percorso realizza i ricordi del passato. Dagli Usa torna in Italia, laureata in psicologia dello sport e pronta per affrontare il processo.

In aula, al tribunale di Ivrea, sono stati ripercorsi tutti gli episodi denunciati da Pairone nella sua denuncia. E nell'ultima udienza sono anche stati diffusi dei video. In uno in particolare si sente il maestro ridere e parlare della sua atleta: «Eccola qui la tigre. Insomma, altro che tigre: un micio zoppo». Poi commenta il modo in cui corre l’atleta sul campo tennis, durante il riscaldamento: «Inguardabile. L’unica cosa che si salva qui è il culo. Per i fan faccio un primo piano del sedere»

Gli avvocati Stefano Coppo ed Elisa Costanzo, che assistono Rolando, volevano l'assoluzione del coach e ora hanno annunciato che faranno ricorso alla Corte d'Appello. Invece la pm Parato aveva chiesto 6 anni e 4 mesi di condanna. La tennista, costituita parte civile con l'avvocato Baratto, aveva chiesto un risarcimento di 60mila euro a titolo provvisionale.

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