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Il fatto

La preghiera degli spacciatori: «Cocaina salvaci dalla polizia»

Smantellata un’organizzazione criminale che inneggiava persino alla droga

La preghiera degli spacciatori: «Cocaina salvaci dalla polizia»

La preghiera degli spacciatori: «Cocaina salvaci dalla polizia»

Chissà se speravano davvero di farla franca, come lasciano intendere i versi della canzone che era scritta sul muro della casa di due di loro. È una sorta di “preghiera” alla cocaina, incisa con inchiostro rosso: “Bianca, vergine e pura, toglimi la paura, trasformami in vincente, imboscami dalla pula”.

LA BANDA

I cinque membri della presunta banda criminale smantellata dai carabinieri nei giorni scorsi devono rispondere, a vario titolo, di detenzione di armi e stupefacenti i. Sono tutti in carcere da mercoledì. I più grandi (Karim El Aarja e Mattia Avaro) hanno 31 anni. Poi ci sono Fabio Avaro (1996), fratello di Mattia, Simone Manzella e Andrei Corbzaru (entrambi 2000).
Le indagini dei carabinieri sono partite a marzo, da Poirino, dove alcuni componenti della banda sono stati fermati. Avevano con sé della droga. Le forze dell’ordine hanno iniziato a monitorare i loro movimenti e le loro azioni. Si spostavano a bordo di una macchina gialla, sempre in gruppo. Pare fossero in lotta con una banda rivale. Si contendevano le piazze dello spaccio in provincia, ambivano a gestirle in esclusiva.

LE PERQUISIZIONI

Manzella e Corbzaru vivevano ospiti dei fratelli Avaro. A metà settimana, subito prima degli arresti, sono scattate le perquisizioni tra Piossasco, Cumiana, Rivalta di Torino e Torino. Oltre ai carabinieri di Poirino, le hanno eseguite i militari di Chieri, Moncalieri e Pinerolo. Con loro c’era Rhum, un esperto cane antidroga del nucleo cinofili di Volpiano. Hanno impiegato poco tempo a trovare oggetti e sostanze che testimoniano le attività della banda: 110 grammi di marijuana, 760 di hashish, 125 di cocaina solo a Piossasco.

C’è di più: un coltello a serramanico, un bilancino di precisione, materiali per confezionare la droga, una pistola “beretta”, una rivoltella “smith & wesson”, proiettili di vario calibro e 750 euro in contanti. Secondo chi indaga, sono i proventi dello spaccio. E le armi andrebbero ricondotte alle tensioni con altri malavitosi. Gli arrestati le tenevano in casa, a loro disposizione in caso di “bisogno”.

I SEQUESTRI

A Rivalta, sono stati sequestrati altri 4.200 euro in contanti. Se ne aggiungono 9.422 ritrovati a Torino, insieme ad altri 500 grammi di hashish. Le indagini preliminari sono ancora in corso. In Tribunale, i cinque arrestati sono stati interrogati. «Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere» avvisa l’avvocato Wilmer Perga, che assiste Manzella.

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