Oltre 2mila agricoltori e allevatori provenienti da tutto il Piemonte si sono riuniti stasera sotto il grattacielo della Regione, a Torino, in una manifestazione imponente contro l'invasione di cinghiali. I partecipanti hanno voluto far sentire la loro voce al presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e al nuovo assessore all’agricoltura, Paolo Bongioanni con un corteo di trattori e striscioni dai messaggi chiari come "Stop assedio cinghiali", "Il cinghiale campa, il campo crepa", "Chiuso per cinghiali" e "Cinghiali incubo delle strade".
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Secondo Coldiretti Piemonte, i danni causati dai cinghiali alle coltivazioni ammontano a oltre 5 milioni di euro per ogni campagna agraria, una cifra destinata a crescere con l'aumento della popolazione di questi animali, che ha raggiunto quota 110 mila capi negli ultimi anni.

Le richieste degli agricoltori e allevatori, presentate durante la mobilitazione "Basta cinghiali", includono:
- L'attuazione immediata e completa del Piano Regionale di Interventi Urgenti per un'efficace azione di abbattimento e contenimento dei danni, con particolare attenzione alle aree urbanizzate.
- Il rafforzamento delle misure per il depopolamento dei cinghiali e l'attuazione delle disposizioni straordinarie per la tutela dei Distretti Suinicoli.
- L'attivazione senza limitazioni degli interventi urgenti su tutto il territorio regionale, semplificando e uniformando le procedure.
- L'autorizzazione agli interventi di autodifesa degli imprenditori agricoli anche nelle Aree Protette.
- La possibilità di caccia di selezione anche nelle ore notturne.
- Il potenziamento delle attività di contenimento anche nelle aree di restrizione.
- La riforma dell’attuale assetto degli istituti venatori.
L'emergenza cinghiali non è una novità per Coldiretti Piemonte, che già nel giugno 2022, sei mesi dopo il primo focolaio di Peste Suina Africana, aveva commissionato l’inchiesta “Ungulati emergenza sul territorio” al giornalista Stefano Rogliatti. Il reportage ha indagato sulle cause di una situazione diventata insostenibile dal punto di vista sanitario, della sicurezza stradale e dei danni alle colture, esplorando anche i meccanismi che regolano la caccia e il mercato della carne di selvaggina.