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ANIMALI
07 Luglio 2024 - 20:30
Il pitbull Tyson e la sua "sorella" Athena
Tyson, pitbull di otto anni che da soli sei mesi era stato adottato dopo un passato travagliato in canile, è morto. Athena, la “sorella” di Tyson, 12 anni, è in prognosi riservata. Tutti e due sono stati avvelenati col lumachicida a San Maurizio Canavese, nell’area cani. A raccontare il dramma, l’addestratore Stefano Blecich, fondatore del “Bull and Love Rescue”, realtà che si occupa del recupero di cani dal passato difficile. «Quei cani "ex 41bis"», come li definisce Blecich.
Tyson era stato adottato proprio da un allievo di Stefano Blecich, Alessandro, che aveva già Athena. Alessandro aveva portato a passeggio Tyson e Athena, poi erano rientrati a casa: il ragazzo, lasciati i cani, è uscito per andare al lavoro. Rientrato quattro ore dopo, ha trovato i cani “rigidi”. Inutile la corsa in clinica: Tyson è morto, Athena è gravissima. Il veterinario ha eseguito l'autopsia sul corpo del pitbull, decretandone il decesso a causa del veleno per lumache. Stefano Blecich, l’addestratore, è distrutto: di Tyson se n'è occupato per anni e spiega che quell'area cani di San Maurizio è dietro la stazione, lontana dai palazzi. Ora è sigillata e si attendono gli operai che provvederanno al taglio dell'erba. Purtroppo non ci sono telecamere nei dintorni del recinto dedicato allo sgambare degli animali. Tuttavia, questo drammatico episodio avvenuto a San Maurizio Canavese è l'ennesima cronaca di cani che incontrano la morte in un'area a loro riservata. «Bisognerebbe proprio evitare le aree cani, sono luoghi pericolosi. La maggior parte delle liti tra cani avviene all'interno delle aree, idem i casi di avvelenamento», sottolinea l’addestratore.
Cosa altrettanto grave, se di solito i bocconi avvelenati hanno chiodi o topicida, ora c’è un nuovo pericolo per i nostri amici a quattro zampe: perché il veleno utilizzato per uccidere Tyson è, se vogliamo, peggiore. «I bocconi si notano e di topicida ne serve parecchio per uccidere un cane, ma il lumachicida è difficile da vedere. Agisce a livello neurologico e ne basta pochissimo», continua l’addestratore. «L'unica maniera è video-sorvegliare le aree». Tuttavia, in casi come questo il tempismo può salvare l’animale. «Bisogna correre dal veterinario: il cane avvelenato da lumachicida ha sintomi simili a una crisi epilettica, si riversa in terra e inarca testa e schiena all'indietro, tende a contrarsi», conclude Blecich.
LA STORIA DI TYSON E JUMA
Quella di Tyson, prima dell'adozione, è una storia a dir poco drammatica. Il cane è stato sequestrato a dei malviventi insieme a Juma: lui, pitbull tigrato, lei, cagnolona simil corso, color nocciola. Entrambi vengono portati al canile, ma non tutti i cani sono idonei per vivere lì. E non tanto per merito, ma per gestione: e i canili, non è un segreto, sono sempre più a corto di personale preparato, soprattutto a riguardo di cani traumatizzati, a cui serve un percorso diverso. E così, dopo alcuni mesi in gabbia, Tyson e Juma vengono allontanati anche dalla struttura perché avevano aggredito una donna che vi lavorava. Per loro, non c'era posto: ultima spiaggia, l'associazione di Stefano Blecich, uno che di cani difficili se ne intende. Stefano accoglie Tyson e Juma. Ma è un percorso lungo: in questo tempo i cani soggiornano presso il rifugio dell'associazione. E' lì che finiscono i cani senza più speranza, quelli che per chiunque sono irrecuperabili. Difficile, ma non impossibile: l'Asl dichiara Tyson e Juma idonei al re-inserimento nel contesto familiare, completamente "recuperati" a livello comportamentale: tradotto, i due cani sono adottabili. Alessandro, allievo istruttore di Blecich, porta a casa il pitbull. Ed è una specie di miracolo: perché rarissimi sono i pitbull che entrati nel canile riescono a uscirne grazie a un'adozione, e ancora più rari sono quelli che dopo una "condanna" (anche se riabilitati) trovano un padrone. E per Tyson, questo miracolo si era concretizzato davvero: a casa, con Alessandro, c'era già Athena. I due cani dormono insieme e l'equilibrio è perfetto. Purtroppo, Alessandro non può prendere anche Juma, che nel frattempo è invecchiata e comincia a soffrire di diversi problemi. Nessuno chiederà di lei: nemmeno una richiesta di adozione. Se ne occupano Blecich e i suoi collaboratori: tra iniezioni e farmaci, tutti i giorni Juma riceve le cure necessarie. Quando le sue condizioni peggiorano, Stefano prende Juma e se la porta a casa: virali le foto scattate dalla moglie di Blecich dove si vede l'addestratore - che è di statura alta, non proprio esile e mingherlino - adagiarsi su un piccolo divano in tavernetta, a fianco del cane. «Se morirai stanotte, non morirai sola. Non morirai in gabbia». E Juma muore proprio quella notte di due mesi fa. L'unica consolazione era pensare a Tyson, che stava conoscendo, finalmente, l'amore di un padrone. Sul profilo Facebook dell'addestratore, qualche ora fa, la scritta: «Tyson sei stato un bravissimo cane, vai a correre con Juma e un giorno vi porterò ancora a spasso insieme, aspettatemi. Ciao amico mio».
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