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Il borghese
12 Agosto 2024 - 15:24
Il dubbio del generale Vannacci su Paola Egonu qualche fondamento ce l’ha. Infatti, l’atleta sembra venire da Marte, oppure il merito delle sue performaces sportive è tutto nei benefici dell’acqua Uliveto di cui Egonu è testimonial. Fatto sta che Domine Iddio ha voluto consegnare all’Italia la più forte pallavolista di tutti i tempi e Paola è italiana fin nel midollo (Vannacci se ne faccia una ragione). Ad esempio, per la finale con gli Stati Uniti si è pure fatta colorare la dentatura di verde, bianco e rosso e ha cantato l’inno di Mameli senza saltare una sola parola. Italiana lei, come italiana è Myriam Sylla, atleta di colore e pilastro fondamentale della Nazionale guidata da Julio Velasco, il “mago argentino”, ma naturalizzato italiano, il genio che ha guidato le azzurre nell’impresa storica, quella della conquista dell’oro olimpico. Le campionesse stellari degli Stati Uniti sono state letteralmente asfaltate e nel torneo di Parigi l’Italia ha vinto 18 set, perdendone uno solo. Egonu, Sylla, Velasco e, con loro, le altre italiane: Carlotta Cambi, Alessia Orro, Caterina Bosetti, Gaia Giovannini, Loveth Omoruyi, Marina Lubian, Anna Danesi, Sarah Fahr, Yasmina Akrari e Ekaterina Antropova, per citarle tutte.
Insomma, le “Sorelle d’Italia” che ci hanno regalato l’oro più bello e più importante di quest’Olimpiade parigina. Un oro che pesa più degli altri perché ottenuto in una disciplina a squadre. Per le “Sorelle d’Italia” l’esultanza, pochi minuti dopo la fine della gara, di Giorgia Meloni (a cui le Sorelle hanno rubato la scena ai Fratelli): «Le nostre azzurre - ha detto la premier - tornano a farci sognare con una storica vittoria». Partite giocate con orgoglio italico e non certo per soldi. Infatti, alle medagliate italiane il Coni pagherà 180mila euro lordi. Una bella cifra, ma poca cosa se si pensa che l’ultimo brocco (italiano o straniero) del campionato italiano di calcio quei soldi li guadagna per ogni scorreggia che fa. Le “Sorelle d’Italia” sono quasi tutte giovani e con la medaglia hanno dato seguito ad un movimento agonistico che meriterebbe più risorse di quelle che ha, certamente più di quelle elargite al calcio, che da quattro anni a questa parte ci ha regalato solo delusioni. La lezione delle Olimpiadi, forse è proprio questa, quella di riconsiderare gli sport sotto un’altra luce, quella che fa brillare l’agonismo, l’orgoglio, la fatica e la dedizione degli atleti.
Anzi delle atlete, delle nostre “Sorelle d’Italia”.
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