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Il Borghese

La vera storia della piccola Esmeralda

Il commento - La bimba Rom morta investita da un 'auto nel parcheggio dell'ospedale

Esmeralda

Il cartoon delle Disney

L’avevano chiamata Esmeralda, come la zingara nel “Gobbo di Notre Dame”. E in quel nome c’è tutto. A cominciare dalle aspirazioni di una giovane coppia di genitori Rom riguardo il futuro della loro figlia più piccola. In quel nome c’è la speranza e il desiderio di rivalsa. Come nel romanzo “Notre-Dame de Paris” di Victor Hugo, da cui sono tratti il film d’animazione della Disney e il balletto che ha visto esibirsi le più note ètoile di danza classica del pianeta. I genitori di Esmeralda desideravano per lei un futuro di giustizia e amore. Considerazioni dovute perché, è necessario sottolinearlo, la bimba quando è stata investita, non stava chiedendo l’elemosina. La famiglia si stava recando in ospedale a trovare un parente ricoverato perché colto da infarto. La piccola è poi sfuggita al controllo dei genitori e, pochi istanti dopo, si è consumata la tragedia.

Il resto sono dietrologie di pessimo gusto che, di fronte alla morte di una bambina, rivelano solo grettezza d’animo. Questo giornale, più di altri, ha denunciato e continua a denunciare furti, borseggi, accattonaggio, occupazioni abusive, campi nomadi improvvisati e quant’altro. Ma tutto ciò nulla ha a che vedere con la tragedia che ha colpito la famiglia Salkanovic. Noi siamo giornalisti, non sciacalli. A tale proposito vanno merito e onore al fotografo Maurizio Bosio che due giorni fa, mentre si trovava al Regina Margherita per coprire il servizio per il suo giornale, è stato preso a pugni in faccia. Non denuncerà nessuno, ha spiegato ieri; inconvenienti della professione. Cosa diversa, ovviamente, se fosse stato aggredito, in contesti diversi, da spacciatori, mafiosi, ladri (zingari e non), rapinatori o picchiatori estremisti di una parte o di un’altra. Ora, per Esmeralda restano i lamenti della “Corte dei Miracoli” che si è riunita in ospedale. Resta il rimpianto perché non c’è stato “Quasimodo” a salvarla e non vivrà felice e contenta insieme al suo Febo immaginario.

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