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Come il Titanic?
23 Agosto 2024 - 11:10
Il corpo del magnate
È il cadavere di Mike Lynch il quinto corpo recuperato dai sommozzatori dei vigili del fuoco all’interno del Bayesian, lo yacht di proprietà del magnate britannico affondato all’alba di lunedì davanti a Porticello, nel Palermitano. All’appello rispetto alla lista dei dispersi manca dunque solo la figlia diciottenne dello stesso Lynch, Hannah. Mercoledì i sub hanno recuperato i corpi di Jonathan Bloomer, il presidente della Morgan Stanley International, della moglie Anne Elizabeth, del legale Chris Morvillo e della moglie Nada. «Una tragedia» degna di William Shakespeare, sommo bardo della letteratura inglese. Così l’imprenditore Brent Hoberman ha commentato la sorte di Mike Lynch, morto nell’affondamento al largo della Sicilia del suo mega yacht.
Lynch, tycoon dell’ hi-tech ribattezzato a suo tempo il “Bill Gates britannico” e guru della sicurezza informatica collegato col mondo dei servizi segreti, intendeva celebrare la sua recente assoluzione, contro ogni pronostico, di fronte alla giustizia americana nell’ambito di una dura battaglia legale durata 12 anni con il colosso Usa Hewlett-Packard. Hoberman, amico di Lynch da 28 anni, racconta la figura dell’amico confessando di avergli chiesto anni fa, poco prima della sua estradizione in America, perché non fuggire in un Paese privo di accordi giudiziali con Washington. «Mi rispose, “Perché sono innocente”», a dispetto delle scarsissime possibilità di assoluzione che gli venivano allora accreditate. «Che odissea - commenta ora Hoberman -, questa è una sorta di tragedia shakespeariana per qualcuno che ha speso 12 anni della propria vita a difendere il suo nome e, avendolo appena riabilitato, va in viaggio per festeggiare assieme a coloro che lo hanno aiutato (a vincere il processo), ma la cui barca viene investita da un disastro di quelli che capitano una volta su un milione».
Il miliardario Mike Lynch
Un destino ingiusto, conclude l’imprenditore amico, aggrappandosi ora alla speranza di «un clamoroso secondo atto» e dicendo di «pregare per un miracolo: Dio, che gran finale sarebbe». Tra le cause del naufragio ci sarebbe l’ ipotesi avanzata dal tabloid inglese Daily Mail, quella dei «portelloni lasciati aperti», indicati come una possibile via d’accesso per una grande massa d’acqua in grado di riempire completamente lo scafo e di farlo affondare in pochi secondi. Una risposta ai numerosi interrogativi che riguardano ancora questo giallo potrebbe venire anche dalle immagini di un robot sottomarino, il Rov, dotato di un’avanzata tecnologia che permette di indagare i fondali e di registrare video e immagini dettagliate.
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