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Cadavere in un palazzo, si indaga per omicidio

Il corpo di Gerardo Nilo era sulle scale di un palazzo popolare

Cadavere in un palazzo, si indaga per omicidio

Lo hanno trovato sul pianerottolo, pieno di lividi. Senza vita: l’ipotesi più probabile è che Gerardo Nilo, 58 anni, sia stato ucciso nel palazzo popolare dove viveva con la madre e il fratello Nicola in corso Allamano 60/C (ora l’alloggio è sigillato e sotto sequestro). Per questo i carabinieri del Nucleo investigativo hanno portato Nicola Nilo in caserma e lo hanno interrogato per ore insieme al pubblico ministero di turno, Paolo Scafi.


L’obiettivo era ricostruire cosa sia successo poco dopo le 23 di ieri, mercoledì 20 novembre. «Abbiamo sentito solo due tonfi a distanza di 10 minuti l’uno dall’altro. Uno era un boato fortissimo: sembrava una bomba. Ma non avremmo mai pensato a un omicidio» raccontano i vicini di casa, che tra ieri notte e la prima mattina sono stati tutti ascoltati dai carabinieri.

A quanto pare, è stato proprio Nicola, di un paio d’anni più grande del fratello, a chiamare il 112. I sanitari sono arrivati poco dopo e hanno trovato il corpo di Gerardo, ormai senza vita, sulle scale al primo piano. Due rampe più in basso rispetto all’appartamento dove la famiglia Nilo vive da oltre 40 anni: tutto attorno, gocce di sangue e un’enorme chiazza sul pianerottolo.

Ma come ha fatto ad arrivare lì? Cos’è successo la scorsa notte in questo condominio al confine fra Torino e Grugliasco? Gli investigatori hanno lavorato per ore per raccogliere indizi in corso Allamano. E ora non escludono che Nilo sia stato brutalmente pestato e bastonato, per poi essere gettato sulle scale per simulare un incidente. I militari dell’Arma indagano per omicidio ma per il momento non escludono alcuna pista: neanche che Nilo sia stato “soltanto” spinto da qualcuno.

I carabinieri, comandati dal capitano Armir Gjeci, e il pm Scafi hanno ascoltato per ore Nicola Nilo. Che poi è uscito dalla caserma di via Valfrè: non è stato fermato ed è libero, anche se non può tornare a casa. Quindi, almeno ufficialmente, resta il mistero su quanto successo tra le mura del complesso popolare, ancora in parte gestito da Atc: Giuseppe Nilo e Ripalda Tampone, origini pugliesi, sono andati a vivere lì oltre 40 anni, praticamente quando è stato costruito. Il marito operaio e la moglie operatrice scolastica ci hanno vissuto con i cinque figli, tre maschi e tre femmine. Poi ognuno ha fatto la sua vita ma Nicola e Gerardo sono ritornati a casa, entrambi con separazioni e figli alle spalle. E, per quanto riguarda il 58enne trovato senza vita, anche qualche problema di salute: «Non stava bene, di recente lo si vedeva girare in bicicletta a cercare di raccattare dei Gratta&Vinci nei bar - racconta la signora del piano di sopra - Negli ultimi mesi arrivava un’ambulanza a soccorrerlo e a portarlo in ospedale. Ma, come ho detto ai carabinieri, non era aggressivo: credo che non fosse capace di far male a nessuno».

Nessuno nel palazzo ricorda di aver sentito litigare Gerardo e Nicola, che insieme si prendevano cura dell’anziana madre Ripalda, costretta a letto da anni (e ora portata a casa di altri parenti): «Discutevano di soldi solo finché stato il papà» ricorda ancora la vicina. Quel che resta della famiglia Nilo in corso Allamano, dopo la morte di Giuseppe nel 2022, tirava avanti con la pensione della mamma, l’invalidità di Gerardo e i guadagni di Nicola, che vende articoli per la casa nei mercati di Torino. Difficoltà che non emergono dai social network, dove entrambi i fratelli erano molto presenti con video ironici e canzoni neomelodiche condivise da Facebook a TikTok.

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