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Il caso

Poliziotto ferito al volto negli scontri al cantiere Tav di Chiomonte

L’Fsp chiede l’introduzione dei proiettili di gomma: “Idranti e lacrimogeni non bastano più”

Poliziotto ferito al volto negli scontri al cantiere Tav di Chiomonte

Un funzionario di polizia è rimasto ferito al volto durante le tensioni scoppiate ieri sera al cantiere Tav di Chiomonte, in Val di Susa. Secondo il sindacato di polizia Fsp, che denuncia la gravità dell’accaduto, il colpo avrebbe potuto causare conseguenze permanenti: “Pochi centimetri in più lo avrebbero potuto rendere invalido”, scrive in una nota il segretario generale torinese Luca Pantanella. L’episodio, sostiene l’Fsp, è avvenuto nel corso dell’ennesimo assalto al cantiere, attribuito a militanti No Tav legati all’area Askatasuna. Pantanella parla di un’azione “deliberata e organizzata”, condotta con bombe carta “armate con bulloni e chiodi” e con il lancio di pietre da cinque chilogrammi scagliate tramite rudimentali catapulte costruite “usando gli alberi come pilastri”. Il sindacato respinge l’idea che si tratti di protesta: “Per chi ancora vuole credere che siano espressione della libera democrazia, ribadiamo che sono criminali che vogliono uccidere il poliziotto perché rappresenta lo Stato”. Pantanella critica anche l’efficacia degli strumenti attualmente in dotazione alle forze dell’ordine, come idranti e lacrimogeni, ritenuti insufficienti contro gruppi “addestrati e preparati”. L’Fsp chiede quindi l’introduzione dei proiettili di gomma: “Non possiamo restare inermi a fare da bersaglio”.

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