Cerca

La sentenza

Botte, minacce e sesso "imposto": così un uomo è finito in carcere. Ma ora è libero

Era a processo anche per una tentata violenza sessuale, fermata dall'arrivo dei carabinieri

Botte, minacce e sesso "imposto": così un uomo è finito in carcere. Ma ora è libero

L’ha presa per i capelli mentre lei stava cercando di scappare giù per le scale. Poi l’ha sbattuta sul letto: «Ora sc...» ha urlato quel 31enne di origine marocchina alla sua compagna.

Era il 9 giugno, ultimo atto di mesi di botte e maltrattamenti che sono arrivati fino in tribunale: la donna lo ha denunciato e, nei giorni scorsi, l’uomo è stato condannato a 2 anni di reclusione (al termine del processo abbreviato, in cui è stato assistito dall’avvocato Carlo Alberto La Neve). Ma non andrà in carcere: dopo l’arresto e la custodia cautelare, ora è libero con “soltanto” l’obbligo di firma.

L’imputato, infatti, era finito in manette dopo la tentata violenza sessuale di giugno, evitata soltanto perché la donna aveva chiamato il 112 un attimo prima che lui le saltasse addosso (letteralmente). Poi sono emersi gli altri soprusi, con la compagna costretta a subire rapporti sessuali e a ricevere insulti e minacce. Intanto si è ritrovata con vestiti, mobili e due cellulari fatti a pezzi. Senza contare la porta sfondata a calci e pugni e le botte ricevute tra maggio e giugno: trasportata in ospedale, i medici le hanno riscontrato lividi, ecchimosi e la frattura di un dito.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.