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Il mistero
05 Gennaio 2025 - 07:00
«Io do da mangiare a una volpe che vive vicino a casa e al mio vicino non stava bene: le dava fastidio. Per questo gli ho sparato».
L’84enne Vera Schenone, ex olimpionica di sci, motiva così la decisione di impugnare il revolver 38 special del marito e di esplodere quattro colpi di pistola contro Stefano Milanese, ex ingegnere Fiat con la passione per la musica (è il cantante del gruppo “Dillo Tu Prima”). Per questo lei è stata arrestata con l’accusa di tentato omicidio e deve rispondere anche di porto abusivo di armi, visto che la pistola era regolarmente detenuta ma il porto d’armi era intestato Carlo Cazzaniga, il marito 89enne che è stato denunciato per l’omessa custodia del revolver. Il 52enne Milanese è ancora grave all’ospedale Molinette, dov’è stata ricoverata anche l’anziana dopo l’interrogatorio in caserma: sotto osservazione nel reparto di Psichiatria, i medici ipotizzano che l’ex sciatrice soffra di demenza.
Lo farebbe pensare anche la spiegazione che ha dato ai carabinieri della Compagnia di Moncalieri. Sono loro a indagare su quanto successo alle 14.30 di venerdì in strada Cantamerla, via che sale sulla collina da strada Torino, praticamente al confine fra Moncalieri e il capoluogo. Un pugno di case, divise da una stradina appena sufficiente per far passare un’auto: qui si affaccia un casolare dal fascino decadente, dove Schenone vive con il figlio e il marito (al civico 8). E dove, pochi passi più a valle, c’è Villa Calcino: è la villetta in ristrutturazione di strada Cantamerla 7 dove Milanese abita con la compagna.
Il sangue sulla porta
La certezza di questa incredibile vicenda è che l’ex sciatrice, olimpionica a Cortina d’Ampezzo nel 1956, abbia percorso quelle poche decine di metri con in mano il revolver del marito. Il cancello di Villa Calcino era aperto a causa dei lavori, così l’84enne è arrivata fino alla porta di casa della villetta, ha bussato e si è trovata davanti il vicino. E ha esploso quattro colpi, di cui due andati a segno fra braccio e addome: sull’uscio di casa Milanese ci sono ancora le macchie di sangue, come riscontrato dai carabinieri della scientifica intervenuti insieme ai colleghi della Compagnia di Moncalieri e del Comando provinciale (le indagini sono coordinate dal pubblico ministero Paolo Toso). Gli stessi che poi hanno interrogato l’anziana e hanno ricevuto quella spiegazione difficile da credere.
La vittima è grave
Non ci sono riscontri di quanto raccontato da Schenone, così come non risultano precedenti denunce nei suoi confronti da parte dell’ingegnere: «Milanese non mi ha mai parlato di screzi né con lei né con altri» riferisce l’avvocato cui si è rivolta la famiglia, Luca Valgiusti. L’84enne non era in cura prima di venerdì sera, quando è stata trasportata alle Molinette in attesa di finire agli arresti domiciliari in una struttura (intanto la signora ha nominato gli avvocati Francesca Peyron e Lorenzo Imperato come legali di fiducia).
Invece è probabile che Milanese resti in ospedale a lungo: dopo l’operazione al torace, è ancora intubato e ricoverato in prognosi riservata nella Terapia intensiva.
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