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La denuncia

Troppi furti, dopo 129 anni chiude la storica gioielleria del centro di Torino

Ennesima razzia da Cortevesio: «Così non conviene più lavorare»

Troppi furti, dopo 129 anni chiude la storica gioielleria del centro di Torino

L’altra volta avevano usato trapano e flessibile, stavolta una mazza di almeno dieci chili. Due metodi diversi, stesso risultato: 10mila euro di danni per gli ennesimi furti, che ora spingono alla chiusura la storica gioielleria. Cortevesio, dopo quasi 130 anni di storia, abbasserà le saracinesche per sempre dopo l’ultimo assalto: «Non ne vale più la pena» si sfoga Fabio Cortevesio, quarta generazione alla guida dell’omonimo negozio di piazza Statuto 14/D, fondato addirittura dal suo bisnonno nel lontano 1896.

È lo stesso commerciante a raccontare dell’ennesimo furto subito dalla gioielleria, nella notte fra venerdì e sabato: «Qualche mese fa avevano fatto un buco nella serratura e preso i gioielli in argento. Non erano riusciti ad aprire la cassaforte ma l’avevano danneggiata, tanto che il fabbro aveva dovuto lavorarci per aprirla. Come per la porta, che ho rinforzato mettendo barre di legno e di ferro. Eppure l’hanno buttata giù di nuovo con una mazzetta. Mi fa strano che nessuno abbia sentito nulla, probabilmente hanno fatto rumore come se fossero in mezzo a un cantiere».

Cortevesio si è accorto del furto solo il mattino dopo, quando ha aperto alle 10: «Ho trovato tutto campato per aria. Per fortuna che, dopo i furti passati, ho iniziato a lasciare in negozio solo gli oggetti di minor valore. Ma il danno è stato comunque sui 10mila euro. Ho denunciato tutto alla polizia, che è arrivata e ha fatto tutti i rilievi con la scientifica».

Ora è caccia ai ladri: potrebbero aver colpito anche in altri negozi ed essere gli stessi del colpo precedente, quando gli agenti erano riusciti ad arrestare un 48enne bulgaro, fermato con addosso tredici anelli, sette collane, tre bracciali, quattro fermagli, sette orologi e due penne. Nessuna traccia dei complici, almeno due. Ora si rischia la stessa conclusione: «Per questo, dopo aver speso di nuovo soldi per le riparazioni, ho deciso di aprire la gioielleria soltanto al pomeriggio: ho il terrore che i ladri entrino durante la pausa pranzo. Così, invece, porto via tutto la sera e lo rimetto in vetrina alle 14. E mi tengo pronto all’uso il cartello “chiuso per furto”, quello che ho appeso alla saracinesca dopo gli ultimi colpi».

Cortevesio continuerà solo per qualche mese, visto che progetta di lanciare presto una svendita promozionale per poi chiudere definitivamente: «Una volta, alla vigilia di Natale, c’era la fila - guarda indietro l’orefice - Poi dirigenti Fiat e imprenditori dell’indotto hanno smesso di venire perché non potevano più permettersi certe spese. Ora io vivo di piccole riparazioni e combatto con il prezzo dell’oro che è salito alle stelle e il problema sicurezza: negli ultimi anni ho subito rapine a mano armata, tentativi di furto con la chiave bulgara e pure questi assalti. La verità è che, se dovessi pagare l’affitto, avrei già lasciato perdere da un pezzo. Mi spiace per la clientela affezionata e per i tanti anni di storia ma adesso chiudo sul serio, anche perché le mie figlie non sono interessate. Ma tanto non le metterei qui dentro neanche se volessero e se mi pagassero».

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