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Il furto
05 Aprile 2024 - 12:27
Uno dei cartelli sulla vetrina della gioielleria
I cartelli sulle vetrine non potrebbero essere più chiari: «Chiuso per furto». E il titolare della storica gioielleria aggiunge: «Mi manca poco alla pensione, mi sa che a fine anno tiro giù la saracinesca per sempre. Ormai non conviene più» si sfoga Fabio Cortevesio, quarta generazione alla guida dell'omonimo negozio di piazza Statuto, fondato dal suo bisnonno nel 1896.
E' proprio lui a ricostruire quello che è successo nella notte fra martedì e mercoledì: «Il negozio accanto ha le telecamere e dalle immagini si vedono almeno due persone che entrano, con dei borsoni in mano, dal portone intorno alle 2. Poi, con fiamma ossidrica e trapani, sono riusciti a crearsi un varco dal retro, dove avevo una porta blindata e un'altra chiusa con i lucchetti. Sono riusciti a passare e a raggiungere la cassaforte».
L'ipotesi di Cortevesio è che i ladri avessero un "palo" all'esterno, che li ha avvisati del passaggio di una pattuglia del commissariato Centro. Il problema è che sono usciti, col cappuccio sulla testa, proprio mentre passavano i poliziotti. Che li hanno notati e li hanno inseguiti mentre si davano alla fuga verso corso Principe Eugenio. Uno dei due è riuscito a scappare mentre l'altro, un 48enne bulgaro, è stati fermato con addosso tredici anelli, sette collane, tre bracciali, quattro fermagli, sette orologi e due penne. Per questo è stato arrestato per furto in concorso, oltre a essere stato denunciato per ricettazione, favoreggiamento e falsa attestazione della propria identità.
Il bottino, valutato in 2.300 euro, è stato restituito al gioielliere: Ma i danni sono stati molto di più - calcola Cortevesio - Si parla di 7-8mila euro di materiale, che probabilmente aveva preso l'altro ladro: manca una statuetta d'avorio di poco valore, anelli d'argento, la riproduzione di una pendola del periodo barocco che da sola vale 3mila euro. Ma anche un set di cacciavite e uno "spernatore", punzone a molla che si usa per aprire i bracciali. Invece hanno lasciato altri oggetti di grande valore.
Il gioielliere, che non è assicurato, ora sta cercando di potenziare le sue difese. Ma non intende resistere a lungo: «Negli ultimi anni ho subito rapine a mano armata e tentativi di furto con la chiave bulgara. E questo lavoro non conviene più: se dovessi pagare l'affitto, avrei già lasciato perdere. A fine anno io e mia moglie andremo in pensione: conviene svendere e tirare giù la saracinesca per sempre».
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