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Il processo
21 Marzo 2025 - 15:48
Sono passati 50 anni da quando quel medico, oggi 85enne, si occupava della salute degli operai delle Officine grandi riparazioni di Torino (Ogr). Perché lì, dove si tengono eventi e concerti, lavoravano in centinaia per rimettere in sesto locomotive, automotrici e vagoni ferroviari. E respiravano l’amianto. Sedici di loro si sono ammalati e sono morti a causa della fibra killer, dando il via a un’inchiesta penale dell’allora procuratore aggiunto Raffaele Guariniello.
Erano gli anni ‘70 e il processo si è concluso solo oggi, a distanza di un altro decennio dall’avvio delle indagini. Ed è rimasto solo un imputato, visto che tutti gli altri accusati sono morti nel frattempo: un medico di 85 anni, Vincenzo Santoro, è stato condannato a un anno e sei mesi per il decesso di 8 dei 16 operai. Per altri 6 è stato assolto per non aver commesso il fatto, per un altro è stato considerato prescritto e per l’ultimo perché il fatto non sussiste (il pubblico ministero Elisa Buffa aveva chiesto una condanna complessiva a 3 anni e 2 mesi). Santoro dovrà anche versare 691mila euro all’Inail, costituita parte civile nel processo.
Santoro era un libero professionista che tra il 1970 e il 1979 venne chiamato da Ferrovie come consulente esterno. All’uomo, difeso dagli avvocati Alberto Mittone e Fabiana Francini, la Procura di Torino contestava il reato di omicidio in cooperazione colposa con direttore, dirigenti e capi officina.
Il medico era accusato di «non aver sottoposto i lavoratori a visite mediche allo scopo di accertarne l’idoneità fisica e non aver ripetuto le visite a intervalli regolari». Non solo, in qualità di «consulente» non avrebbe coadiuvato il datore di lavoro «nell’individuazione e nell’adozione dei rimedi contro la diffusione e l’inalazione delle fibre di amianto» e svolto «il proprio ruolo di controllo, vigilanza e segnalazione rispetto all’inadempimento degli obblighi e rimedi previsti dalla legge» per evitare la presenza di amianto: «regolare e sistematica pulitura delle attrezzature con aspiratori e procedure per evitare la manipolazione manuale delle fibre».
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