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Il processo

Operai morti per l’amianto alle Ogr di Torino, medico condannato 50 anni dopo

Il dottore, oggi 85enne, era accusato dell’omicidio colposo di 16 lavoratori

Operai morti per l’amianto alle Ogr di Torino, medico condannato 50 anni dopo

Sono passati 50 anni da quando quel medico, oggi 85enne, si occupava della salute degli operai delle Officine grandi riparazioni di Torino (Ogr). Perché lì, dove si tengono eventi e concerti, lavoravano in centinaia per rimettere in sesto locomotive, automotrici e vagoni ferroviari. E respiravano l’amianto. Sedici di loro si sono ammalati e sono morti a causa della fibra killer, dando il via a un’inchiesta penale dell’allora procuratore aggiunto Raffaele Guariniello.

Erano gli anni ‘70 e il processo si è concluso solo oggi, a distanza di un altro decennio dall’avvio delle indagini. Ed è rimasto solo un imputato, visto che tutti gli altri accusati sono morti nel frattempo: un medico di 85 anni, Vincenzo Santoro, è stato condannato a un anno e sei mesi per il decesso di 8 dei 16 operai. Per altri 6 è stato assolto per non aver commesso il fatto, per un altro è stato considerato prescritto e per l’ultimo perché il fatto non sussiste (il pubblico ministero Elisa Buffa aveva chiesto una condanna complessiva a 3 anni e 2 mesi). Santoro dovrà anche versare 691mila euro all’Inail, costituita parte civile nel processo. 

Santoro era un libero professionista che tra il 1970 e il 1979 venne chiamato da Ferrovie come consulente esterno. All’uomo, difeso dagli avvocati Alberto Mittone e Fabiana Francini, la Procura di Torino contestava il reato di omicidio in cooperazione colposa con direttore, dirigenti e capi officina.

Il medico era accusato di «non aver sottoposto i lavoratori a visite mediche allo scopo di accertarne l’idoneità fisica e non aver ripetuto le visite a intervalli regolari». Non solo, in qualità di «consulente» non avrebbe coadiuvato il datore di lavoro «nell’individuazione e nell’adozione dei rimedi contro la diffusione e l’inalazione delle fibre di amianto» e svolto «il proprio ruolo di controllo, vigilanza e segnalazione rispetto all’inadempimento degli obblighi e rimedi previsti dalla legge» per evitare la presenza di amianto: «regolare e sistematica pulitura delle attrezzature con aspiratori e procedure per evitare la manipolazione manuale delle fibre». 

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