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La sentenza

Soldi pubblici spariti ma condanne annullate: cos'è successo in tribunale su Finpiemonte

Colpo di scena in aula con il "cambio di reato" a 10 anni dalle prime accuse

Soldi pubblici spariti ma condanne annullate: cos'è successo in tribunale su Finpiemonte

Hanno sottratto quasi 6 milioni di euro dalle casse di FinPiemonte, società partecipata dalla Regione. Ma hanno commesso una truffa, non un peculato. E, salvo ulteriori ribaltoni in Cassazione, potrebbero “salvarsi” con la prescrizione, visto che il nuovo reato si “estingue” prima: è il risultato di quanto stabilito ieri dalla Corte d’Appello di Torino, che ha annullato le sei condanne pronunciate in primo grado. E ha inviato, per competenza, gli atti ai “colleghi” di Roma. Motivo, la banca che ha ricevuto i bonifici ha sede nella Capitale.

La sentenza riguarda, fra gli altri, l’ex presidente della finanziaria della Regione, Fabrizio Gatti, che era finito in manette e poi aveva ricevuto una condanna a 7 anni e 6 mesi di carcere (la più alta fra quelle inflitte dai giudici del Tribunale).

La vicenda al vaglio dei magistrati si era sviluppata fra il 2015 e il 2017. Il presunto peculato (ora truffa) riguardava la sorte di quasi 6 milioni di euro provenienti dalle casse di Finpiemonte. Secondo la procura di Torino, rappresentata dal pubblico ministero Francesco Pelosi, il denaro fu dirottato in un conto aperto dalla società nella banca svizzera Vontobel e poi girato una immobiliare, riconducibile a Gatti, che versava in difficoltà finanziarie. Una truffa con soldi della Regione, standoa i giudici di secondo grado, e non un peculato, reato che viene commesso nel caso in cui un pubblico ufficiale si intasca soldi pubblici.

L’ex presidente si è sempre professato innocente. E ieri, mentre lui e gli altri imputati esultavano commossi, è arrivato a congratularsi con lui anche Stefano Esposito, ex senatore del Pd: «La questione del trasferimento del processo a Roma era stata sollevata da noi già all’udienza preliminare - esultano gli avvocati difensori, tra cui Luigi Chiappero, Luigi Giuliano, Manlio Morcella, Michela Malerba e Michele Forneris - È probabile che la Corte si sia limitata a prendere atto che era doverosa la correzione del capo d’accusa, visto che non era mai stata fornita la prova che Gatti si fosse appropriato del denaro. Quindi non è entrata nel merito e ha trasmesso tutto».

Ieri sono state annullate anche le condanne agli imprenditori Massimo Pichetti (7 anni e 2 mesi in primo grado) e Pio Piccini (6 anni e 6 mesi), al direttore della filiale di Zurigo della Vontobel Francesco Cirillo (6 anni e 6 mesi), a Giuseppe Colucci, legale rappresentante di Gesi, società che si era accollata il debito dell’azienda di Gatti (6 anni e 6 mesi), e all’ex direttrice di FinPiemonte, Maria Cristina Perlo (4 anni e 6 mesi).

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