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Femminicidio di Messina
02 Aprile 2025 - 15:55
Due ore di interrogatorio nel carcere di Gazzi, due ore di sguardi bassi e parole frammentarie, quelle con cui Stefano Argentino, 27 anni, ha ammesso davanti al giudice di avere ucciso Sara Campanella, studentessa di 22 anni. La conferma è arrivata dal suo legale, l’avvocato Raffaele Leone: «Ha confermato i fatti, senza entrare nei dettagli, e ha risposto ad alcune domande». Nessuna spiegazione, però, sul movente. Silenzio sulle ragioni del gesto. Solo cenni confusi, come a voler ricomporre una vicenda che appare sempre più agghiacciante.
Lucido ma frastornato, così lo descrive il suo avvocato. Argentino avrebbe raggiunto Sara, secondo quanto riferito dal difensore, «per un chiarimento». Una conversazione che, nelle sue intenzioni, avrebbe dovuto fare chiarezza sul loro rapporto, ma che invece si è trasformata in tragedia. «Tornava spesso su di lei anche quando non gli venivano poste domande in merito — ha spiegato Leone —. Diceva che provava un interesse per Sara e pensava che anche lei provasse qualcosa, ma questo non si era mai concretizzato».
Una versione dai contorni sfumati, che non chiarisce il perché della violenza né illumina i momenti che hanno preceduto l’omicidio. Solo un vuoto, quello lasciato da Sara, e una confessione parziale che apre più interrogativi di quanti ne chiuda.
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