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Il caso
09 Aprile 2025 - 15:25
Ci sono voluti quasi sette anni. Ma oggi si è concluso il processo ordinario per il disastro ferroviario di Caluso, con una condanna, un'assoluzione e 1 milione e 740mila euro di risarcimenti ai familiari delle vittime (che si aggiungono alle condanne arrivate con il rito abbreviato): era la notte del 23 maggio 2018 quando, al passaggio a livello nella località Arè, un treno della linea Chivasso-Aosta si scontrò con un Tir con trasporto eccezionale fermo sui binari. Ci furono due vittime: il macchinista del convoglio, il 61enne Roberto Madau di Ivrea, e Stefan Aurelian, romeno di 64 anni, residente a Busto Arsizio (Varese), che scortava il mezzo pesante. E restarono ferite altre 23 persone, fra passeggeri e personale ferroviario.
Poco fa, in tribunale a Ivrea, è stato condannato a 2 anni l'autista del tir, Darius Zujis. Assolto con formula piena, invece, Wolfgang Oberhofer, legale rappresentate della Translog sas che aveva fatto intermediario per organizzare il trasporto.
Gli imputati erano accusati, a vario titolo, di cooperazione in disastro ferroviario colposo, omicidio stradale e lesioni stradali gravi.
Nel processo in abbreviato erano già stati condannati Zebedia Mosconi e Gabriele Bottini: il primo, 45enne di Desio (Monza Brianza), era il capo scorta tecnica ed è stato condannato a due anni; un anno e dieci mesi, invece, per il secondo, che ha 63 anni ed era l’autista del secondo mezzo di scorta. Dangis Dregva, lituano di 52 anni, rappresentante legale della ditta proprietaria del camion, ha patteggiato una pena di 3 anni.
I giudici hanno riconosciuto una provvisionale di 1 milione e 740mila euro alle parti civili: la sorella del macchinista morto, la capotreno Modena Gauna, alcuni feriti, Rfi e Trenitalia, con queste ultime che hanno ricevuto rispettivamente 500mila e 730mila euro.
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