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IL FATTO
19 Maggio 2025 - 11:52
Un’entrata troppo dura nella partitella di calcio a 5, organizzata durante l’intervallo. Poi il rimprovero e la rabbia covata per due ore, fino all’uscita. Quando sono partite le coltellate: è quanto successo venerdì, quando un 16enne marocchino e un 18enne senegalese sono finiti in ospedale dopo una lite all’uscita dalla Casa di Carità Arti e Mestieri di corso Brin 26, in Borgo Vittoria.
Il litigio risale alle 14, quando i due ragazzi si sono affrontati all’uscita dall’istituto. È il direttore del centro di formazione professionale, Antonio Scognamillo, a spiegare cosa sia successo: «Crediamo che sia iniziato tutto per futilissimi motivi: c’era stato questo screzio all’intervallo delle 12, durante la partitella di calcio a 5 davanti a educatori e professori. Il 16enne ha fatto un’entrata brusca e l’altro gli ha soltanto detto di “darsi una calmata”».
Sembrava tutto finito lì, tanto che nessuno degli insegnanti ha pensato di prendere provvedimenti nei confronti dei due ragazzi (che frequentano classi diverse e sono rientrati regolarmente in aula). Invece la lite era soltanto rimandata alle 14, quando è suonata la campanella e tutti gli studenti hanno lasciato l’istituto di corso Brin: «Tre colleghi hanno visto quei due alunni mentre, insieme a un gruppo di compagni, si spostavano verso largo Giachino. C’è stato lo scontro e sono partite le coltellate. Il 16enne è scappato mentre il 18enne è rimasto lì ferito. Lo abbiamo soccorso in attesa dell’ambulanza». Ferito al gluteo destro da un’arma da taglio, i sanitari del 118 lo hanno trasportato all’ospedale San Giovanni Bosco in “codice verde”. Quindi le sue condizioni non preoccupano.
Nel frattempo, in corso Brin, sono arrivate le volanti della questura e del commissariato di Barriera di Milano. Gli agenti hanno ascoltato quanto riferito dagli insegnanti e poi si sono messi a “caccia” del 16enne di origine egiziana, poi rintracciato all’ospedale Molinette: il ragazzino aveva delle ferite alla schiena ed era andato lì autonomamente per farsi medicare. Neanche lui è grave e ora i poliziotti stanno cercando di accertare che cosa sia successo davanti all’istituto di corso Brin: per il momento non sono scattate denunce ma “solo” 15 giorni di sospensione per il 16enne, come deciso dalla scuola.
«I protagonisti di questo episodio sono entrambi ragazzi fragili - sottolinea il direttore del centro di formazione - Il più piccolo, in particolare, è un minore non accompagnato ospite di una comunità. Però non avremmo mai pensato che potessero arrivare a fare un gesto del genere, anche perché né lui né il 18enne hanno mai avuto problemi durante l’anno».
Eppure, nell’istituto di corso Brin, ci sono tanti studenti “a rischio”: «Si, abbiamo molti ragazzi fragili - ammette Scognamillo - Per noi è sicuramente impegnativo perché ognuno ha la sua storia e i suoi percorsi di vita difficili. La formazione e il lavoro sono l’unico modo per rimetterli in carreggiata. Ma in classe restano 6 ore, per il resto della giornata serve un supporto sociale ed educativo: molti di loro sono soli. E le scuole sono specchio della società fuori e di quello che vediamo sui social e sui giornali, in particolare in alcuni quartieri».
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