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Libri fantasma: l’IA che ha inventato consigli di lettura inesistenti

Il Chicago Sun-Times finisce nella bufera per una lista estiva piena di titoli mai pubblicati, generati da intelligenza artificiale

Libri fantasma: l’IA che ha inventato consigli di lettura inesistenti

Il quotidiano statunitense Chicago Sun-Times, insieme ad altre testate come il Philadelphia Inquirer, ha recentemente pubblicato una lista di libri consigliati per l’estate che si è rivelata in gran parte inventata, creata con l’ausilio dell’intelligenza artificiale. Questo errore ha provocato non poche critiche e imbarazzo tra lettori, scrittori e le stesse redazioni coinvolte.

Il 18 maggio, il Chicago Sun-Times ha distribuito un inserto speciale di 64 pagine dedicato all’estate, in cui compariva una selezione di venticinque libri suggeriti. Tuttavia, si è scoperto che ben venti di quei titoli non sono mai stati pubblicati, essendo stati generati artificialmente. La lista includeva autori noti e affermati, con descrizioni dettagliate delle trame e motivazioni per cui valeva la pena leggerli, ma nella maggior parte dei casi erano opere inesistenti.

Tra i titoli fittizi segnalati figurano Tidewater Dreams attribuito a Isabel Allende, presentato come il suo primo romanzo a tema climatico, The Rainmakers di Percival Everett, vincitore immaginario del Pulitzer, e Boiling Point di Rebecca Makkai, autrice originaria di Chicago. Solo cinque titoli corrispondevano a libri reali, come Espiazione di Ian McEwan, Bonjour Tristesse di Françoise Sagan e Chiamami col tuo nome di André Aciman.

La scoperta dell’inganno è emersa grazie a post virali sui social media, in particolare quello di Rachael King, scrittrice neozelandese, che ha attirato l’attenzione globale di appassionati di letteratura e professionisti del settore. Kelly Jensen, autrice e ex libraia, ha denunciato pubblicamente che il Chicago Sun-Times avrebbe fatto uso di ChatGPT per creare i titoli, senza effettuare alcun controllo sui contenuti. I post hanno ricevuto migliaia di condivisioni e reazioni.

In un primo momento, la Chicago Public Media, che edita il Sun-Times, ha dichiarato che il contenuto non era stato approvato dalla redazione, e il direttore Victor Lim ha definito «inaccettabile» la diffusione di informazioni inesatte ai lettori. Successivamente, il giornale ha confermato che la lista era stata generata con l’aiuto dell’intelligenza artificiale, fornita da King Features, una divisione dell’editore Hearst, che produce contenuti per più testate. Anche il Philadelphia Inquirer ha ammesso di aver utilizzato l’IA, ammettendo di aver violato le proprie regole interne.

Il Chicago Sun-Times ha annunciato la rimozione dell’inserto dalle sue versioni digitali e l’apertura di un’indagine approfondita sull’intero speciale. Inoltre, ha promesso di aggiornare le proprie policy per indicare con maggiore chiarezza l’eventuale uso di contenuti prodotti da terze parti o da intelligenze artificiali. Alcuni hanno notato che altre parti dell’inserto contengono informazioni false, come la citazione di un’antropologa del cibo inesistente o di un sito web di giardinaggio che non esiste.

La lista dei libri consigliati non riportava la firma di un autore specifico, ma Marco Buscaglia risulta autore di altri articoli nell’inserto. In un’intervista, Buscaglia ha ammesso di utilizzare l’IA per la ricerca ma di ricontrollare sempre i dati. In questo caso però non si era accorto degli errori. Ha definito l’episodio un «grave sbaglio» di cui si è assunto piena responsabilità, sottolineando che non è imputabile al Sun-Times.

Il caso ha acceso un dibattito sull’uso delle intelligenze artificiali nel giornalismo e nell’editoria, settori già sotto pressione. Il Chicago Sun-Times ha invitato tutte le testate a considerare questa vicenda come un monito, ribadendo che il valore del giornalismo risiede nell’intervento umano dietro i contenuti.

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