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Le indagini e le sue svolte

Omicidio di Chiara Poggi: nuove analisi sulle impronte e sul DNA per riaprire il caso

Dopo 18 anni, la Procura di Pavia riesamina le tracce biologiche e le impronte lasciate sulla scena del crimine per verificare eventuali prove contro Andrea Sempio

Omicidio Chiara Poggi, dopo 18 anni rispunta nuovamente nella lista degli indagati Andrea Sempio

Chiara Poggi

Una semplice impronta; purtroppo, di palmo su una parete non basta a chiarire il mistero dell’omicidio di Chiara Poggi. È per questo che la Procura di Pavia ha riaperto le indagini, puntando su nuove analisi scientifiche riguardanti una traccia attribuita ad Andrea Sempio, oggi formalmente indagato, e su altre impronte già repertate all’epoca del delitto, nel 2007.

I consulenti di Alberto Stasi, l’ex fidanzato di Chiara che sta scontando una condanna a 16 anni, ritengono possibile ottenere materiale biologico da quelle tracce, in particolare dalla cosiddetta “papillare 33” sul muro vicino al corpo della vittima. Ai tempi, l’intonaco venne prelevato con un bisturi sterile dal Ris di Parma, ma senza risultati. Oggi, grazie all’evoluzione delle tecniche forensi, i legali sperano di identificare sangue o DNA.

Anche un'altra impronta, la numero 10 trovata sulla porta interna della casa, sarà al centro di un incidente probatorio previsto per il 17 giugno. Si tratta di una possibile “mano sporca” dell’assassino, che potrebbe contenere tracce ematiche riconducibili a Chiara o ad altri uomini.

Infine, resta il mistero di un secondo profilo genetico maschile mai identificato, rinvenuto sotto le unghie di Chiara. Gli inquirenti potrebbero decidere di ripetere l’analisi delle macchie di sangue sulla scena (BPA) per ricostruire la dinamica dell’omicidio e capire se Sempio abbia agito da solo o con complici.

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