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Politica estera

Vietnam, addio al limite di due figli: una nuova era per la politica familiare

Dopo decenni di restrizioni, il Parlamento di Hanoi ha abolito il limite di figli per famiglia, un passo deciso per fronteggiare il calo demografico.

Vietnam, addio al limite di due figli: una nuova era per la politica familiare

Foto di repertorio

Il Vietnam ha ufficialmente abbandonato la politica del "limite di due figli" che, dal 1988, aveva disciplinato la crescita familiare nel paese. Il Parlamento di Hanoi ha approvato una nuova norma che permette a ogni coppia di decidere liberamente quanti figli avere, quando e con quale distanza tra una nascita e l'altra. Una decisione che segna la fine di una politica che, negli ultimi decenni, aveva contribuito a ridurre la popolazione e a cambiare profondamente il tessuto sociale del paese.

La politica di limitazione delle nascite era stata introdotta in un periodo in cui il Vietnam affrontava un tasso di natalità molto alto, con una media di oltre quattro figli per donna. Tuttavia, il contesto è radicalmente cambiato. Oggi il paese si trova di fronte a un tasso di natalità in caduta libera, con il dato più basso mai registrato: 1,91 figli per donna, al di sotto del livello necessario per mantenere stabile la popolazione. Un calo che preoccupa profondamente il governo, temendo che in futuro la popolazione anziana non sarà sufficiente a sostenere il necessario sviluppo economico e sociale.

La fine della politica di restrizione dei figli arriva in un momento critico per il Vietnam, quando il governo ha dovuto fare i conti con il progressivo invecchiamento della sua popolazione. L'introduzione della nuova legge, che consente alle famiglie una maggiore libertà di scelta, risponde a questa preoccupazione, mirando a stimolare un incremento delle nascite.

La vecchia legge, pur stabilendo il limite di due figli, non era applicata in modo uniforme. Mentre per chi non faceva parte del Partito Comunista la norma non era strettamente vincolante, per i membri del partito esistevano sanzioni ufficiali, riduzione dei bonus economici o, in casi estremi, licenziamenti per chi non rispettava il limite.

Da tempo il tema era oggetto di discussione. Il Ministero della Salute aveva già proposto un aggiornamento della normativa per adeguarla alla realtà demografica attuale, con l’obiettivo di garantire alle famiglie la libertà di decidere senza imposizioni statali.

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