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Questione ambientale
03 Luglio 2025 - 22:20
La presenza di lupi e orsi in Lombardia è in costante aumento. Il Rapporto 2024 di Ersaf (Ente Regionale per i Servizi all'Agricoltura e alle Foreste) conferma una situazione in evoluzione, con ventiquattro branchi di lupi e quattro coppie accertati, oltre a ulteriori quattro branchi e una coppia ancora da verificare. Di questi, venticinque branchi sono esclusivamente in territorio lombardo, mentre otto sono condivisi con regioni italiane confinanti e con la Svizzera. Preoccupa il dato relativo ai decessi: dodici lupi sono stati trovati morti, la maggior parte a causa di incidenti stradali.
Anche la presenza di orsi bruni è in crescita. Nel 2024 sono state rilevate 78 tracce, contro le 70 del 2023, principalmente nelle province di Sondrio e Brescia. Sono stati individuati otto esemplari maschi di passaggio in regione e si stima che circa 8-13 orsi abbiano frequentato il territorio lombardo nel 2024, rispetto ai 6-7 stimati nel 2023. Non sono stati segnalati orsi problematici e, sebbene una femmina con cucciolo sia stata osservata sul versante trentino, non sono stati confermati avvistamenti di femmine con cuccioli in Lombardia. Per la lince sono stati registrati 3 segni di presenza, mentre lo sciacallo dorato, presente negli anni precedenti, non ha lasciato segni nel 2024.
"La presenza di lupi ed orsi in Lombardia è in costante aumento esponenziale ogni anno e ormai queste specie sono ovunque: non solo nelle zone montane e rurali, ma anche in città e nella Pianura Padana," ha commentato il Presidente della Commissione Montagna del Consiglio regionale della Lombardia, Giacomo Zamperini (FdI), durante l'incontro di presentazione del Rapporto. "Un fenomeno che comporta un rischio crescente per l’uomo e per le sue attività: anche se finora non si sono verificati incidenti gravi, il pericolo per la sicurezza delle persone non può essere escluso."
Allevatori e agricoltori hanno denunciato 123 danni provocati dai ‘grandi carnivori’ (di cui 110 da lupi e 13 da orsi), chiedendo alla Regione 77.780 euro di indennizzi. Le province più colpite sono state Brescia, Bergamo, Como e Sondrio. Le sei Unità di intervento di prevenzione dei danni da lupo, coordinate da Ersaf nell'ambito del progetto "Life WolfAlps Eu", hanno effettuato 62 interventi a supporto degli allevatori, fornendo 19 kit composti principalmente da recinti elettrificati per contrastare gli attacchi al bestiame.
La 'task force' creata per monitorare e tutelare questi animali e supportare gli operatori del settore, composta da Ersaf e dal Colonnello Alberto Ricci, referente per il Comando Regione Carabinieri Forestale Lombardia in materia di ‘grandi carnivori’, sta implementando nuove strategie. "Da quest’anno, oltre alle preziose Unità Cinofile che si attivano soprattutto nei casi di avvelenamento di questi predatori, possiamo contare sul supporto di una squadra di 12 carabinieri forestali istruttori di tiro formati per intervenire e fare allontanare gli animali più ‘confidenti’ attraverso l’uso di dissuasori con proiettili di gomma," ha spiegato il Colonnello Ricci.
Un cambiamento significativo all'orizzonte è l'atteso recepimento, entro il prossimo gennaio, della recente Direttiva Europea che prevede il declassamento dello status di protezione del lupo. Questo, ha sottolineato Zamperini, "consentirà di avviare finalmente un piano di gestione e contenimento anche nella nostra Regione".
L'Assessore al Territorio e Sistemi Verdi, Gianluca Comazzi, pur evidenziando che "la convivenza tra l’uomo e questi animali è possibile e che è necessario mettere in campo tutti gli strumenti utili per gestirla con equilibrio", ha riconosciuto la necessità di migliorare il monitoraggio. I dati attuali, raccolti tramite foto/video trappole, impronte e segnalazioni, sono considerati "senz’altro sottostimati" a causa di metodi di rilevazione ancora "troppo rudimentali".
La 'task force' sta già lavorando a nuovi progetti, che saranno discussi dopo la pausa estiva, inclusa una nuova App per il monitoraggio dei ‘grandi carnivori’ per fornire dati più certi e l'ipotesi di utilizzare radiocollari per un monitoraggio più puntuale degli esemplari individuati. L'obiettivo è una gestione più efficace e basata su dati precisi, per affrontare una sfida che vede una crescente interazione tra fauna selvatica e attività umane sul territorio lombardo.
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