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Campari e il settore alcolici in attesa: possibile esenzione dai dazi USA

Le trattative commerciali tra Europa e Stati Uniti potrebbero concedere tariffe agevolate su liquori

Campari e il settore alcolici in attesa: possibile esenzione dai dazi USA

In un momento di tensioni commerciali tra Europa e Stati Uniti, il comparto degli alcolici potrebbe beneficiare di un’importante novità: secondo alcune indiscrezioni di stampa, le trattative in corso sembrerebbero orientate verso un accordo che confermerebbe una tariffa base al 10% sui beni europei, con possibili esenzioni per settori considerati “sensibili”, tra cui gli alcolici e l’industria aeronautica.

Questa prospettiva ha acceso i riflettori sul titolo Campari, che a Piazza Affari si è distinto come il migliore del listino milanese, trascinato dalle speranze di un esonero dai dazi statunitensi che al momento restano in vigore al 20% per molte categorie di prodotti.
L’attuale quadro vede un rinvio al 1 agosto dell’eventuale introduzione di dazi più severi da parte degli Stati Uniti, lasciando spazio a trattative ancora in divenire. L’intesa definitiva dovrà comunque ricevere l’approvazione dell’amministrazione Trump, rendendo l’esito incerto. Nonostante la mancanza di conferme ufficiali da Washington sulle esenzioni chieste dall’UE per settori strategici come automobili, acciaio, alluminio e farmaceutici, si ritiene che Francia, Italia e Irlanda potrebbero beneficiare in modo particolare da eventuali esenzioni per alcolici e aeromobili.

Oltre a Campari a Milano, anche i grandi gruppi francesi Remy Cointreau e Pernod Ricard, così come la britannica Diageo, hanno registrato un aumento degli acquisti sui mercati europei in risposta alle voci di un possibile accordo.
Gli analisti di Equita sottolineano che gli attuali bilanci delle società tengono già conto di un impatto negativo dei dazi pari a circa 25 milioni di euro per il 2024, considerando un possibile incremento delle tariffe al 20% da luglio senza variazioni di prezzo ma con il beneficio di scorte locali a mitigare l’impatto.
A livello annuale, ogni 10 punti percentuali di aumento tariffario corrispondono a una riduzione di circa 18-20 milioni di euro sull’EBIT, equivalente a circa il 3% dell’utile operativo totale. Nel 2026, le previsioni includono un impatto al 20% su base annua, ma anche un leggero beneficio dovuto ad aumenti dei prezzi di vendita.

In questo contesto, una conferma della tariffa al 10% anziché al 20% porterebbe un miglioramento di circa il 2% nelle stime per l’anno prossimo, mentre una completa eliminazione dei dazi rappresenterebbe un guadagno vicino al 4%.
Secondo Equita, nel settore spirits il maggiore beneficiario di un’eventuale riduzione o cancellazione dei dazi sarebbe Remy Cointreau, con un potenziale impatto positivo di circa 25 milioni di euro, pari al 10% dell’EBIT annuale. Seguono Campari, Pernod Ricard e Diageo.

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