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Salute
10 Luglio 2025 - 17:15
Il SRT-H (Fonte : XinHao Chen/Università Johns Hopkins)
Non è più solo fantascienza: un robot è riuscito a eseguire un’operazione chirurgica completa, ascoltando i comandi vocali di un medico e intervenendo da solo in caso di emergenze. Si chiama Transformer-Hierarchy (SRT-H), e potrebbe essere il punto di svolta per la chirurgia del futuro.
Progettato da un team di ricercatori della Johns Hopkins University in collaborazione con Stanford e la società Optosurgical, SRT-H non è un semplice braccio meccanico: è una macchina che impara, comprende e agisce. Dotato di un avanzato sistema di intelligenza artificiale, il robot ha portato a termine un delicato intervento di colecistectomia – la rimozione della cistifellea – su carcasse suine, replicando tutte e 17 le fasi previste dalla procedura. Il tutto con una precisione chirurgica, letteralmente.
A differenza delle precedenti tecnologie, SRT-H non lavora su binari predefiniti. È in grado di riconoscere l’unicità anatomica del “paziente”, reagisce a stimoli imprevisti, ascolta la voce del medico e regola il proprio comportamento in tempo reale. Se l’ambiente cambia – ad esempio con l’aggiunta di un colorante o uno spostamento fisico – il robot rielabora la situazione e riprende il lavoro esattamente da dove lo aveva lasciato. Come farebbe un bravo specializzando sotto pressione, ma con memoria infinita e zero stress.
Il progetto, guidato dal professor Axel Krieger, rappresenta una “pietra miliare” nella chirurgia robotica. Il sistema non solo risponde alle emergenze, ma memorizza le istruzioni ricevute per migliorare nel tempo. È un salto concettuale che ci porta da semplici automi a robot che comprendono davvero l’atto chirurgico. Per ora, SRT-H ha operato solo su animali. Ma i suoi risultati sono già considerati un benchmark. Potrebbe aumentare il numero di interventi eseguibili, ridurre l’errore umano, alleggerire il carico mentale dei chirurghi e portare la chirurgia d’élite anche in luoghi con carenza di personale specializzato.
Il tutto si inserisce in un panorama già in rapida evoluzione, dove sistemi come il robot da Vinci, o il recentissimo dispositivo capace di stampare pelle umana in 3D, stanno ridefinendo i confini della medicina. Con l’arrivo di SRT-H, l’intelligenza artificiale entra in sala operatoria non come spettatrice, ma come protagonista.
Lo studio completo, dal titolo “SRT-H: A hierarchical framework for autonomous surgery via language-conditioned imitation learning”, è stato pubblicato sulla rivista Science Robotics. E se oggi il robot ha imparato a rimuovere la cistifellea, domani potrebbe salvare vite umane nei reparti d’urgenza.
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