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25 Luglio 2025 - 16:40
Il Congresso degli Stati Uniti si prepara a discutere un provvedimento legislativo senza precedenti: una legge federale che mira a tutelare la posizione fiscale e la cittadinanza del pontefice Leone XIV, primo papa nato negli Stati Uniti.
Il 17 luglio, il deputato repubblicano Jeff Hurd ha presentato alla Camera dei Rappresentanti il disegno di legge H.R. 4501, denominato “Holy Sovereignty Protection Act”. La proposta intende esentare qualsiasi cittadino statunitense eletto al soglio pontificio dagli obblighi fiscali previsti per i residenti all’estero e garantirne la conservazione della cittadinanza americana, nonostante l’assunzione del ruolo di capo di Stato straniero.
La questione nasce dalla situazione unica di Leone XIV, al secolo Robert Prevost, ex cardinale originario di Chicago, eletto papa meno di tre mesi fa. La sua doppia cittadinanza – statunitense e peruviana – e il ruolo di leader della Chiesa cattolica e capo dello Stato della Città del Vaticano hanno acceso il dibattito, tanto a Capitol Hill quanto all’interno della Santa Sede. Il nodo principale riguarda il regime fiscale extraterritoriale previsto dalla normativa americana, che obbliga ogni cittadino, anche se residente all’estero, a dichiarare il proprio reddito e i conti bancari stranieri al fisco statunitense. In teoria, anche un pontefice rientrerebbe tra i soggetti obbligati, con il rischio di essere tenuto a dichiarare fondi formalmente gestiti nell’ambito delle sue funzioni papali, come le donazioni o l’Obolo di San Pietro.
Secondo alcuni esperti di diritto, come l’avvocato Paul Hunker, l’unico modo per evitare complicazioni legali sarebbe un’esplicita rinuncia alla cittadinanza americana o un’esenzione normativa approvata dal Congresso. Quest’ultima opzione è al centro del disegno di legge presentato da Hurd.
Nel frattempo, indiscrezioni riportate dal sito “The Pillar” indicano che alcuni funzionari della Segreteria di Stato vaticana avrebbero espresso preoccupazione per la possibilità, anche solo teorica, che l’IRS (l’agenzia federale delle entrate) possa esercitare controllo formale sui fondi amministrati dal papa. Non si esclude che, in via del tutto ipotetica, sia stata valutata persino la rinuncia alla cittadinanza americana da parte di Leone XIV, pur senza conferme ufficiali da parte del Vaticano.
Un ulteriore punto di attenzione riguarda l’automatismo legale legato alla cittadinanza: essere a capo di uno Stato estero potrebbe innescare una revisione da parte del Dipartimento di Stato, se ritenuto un atto volontario e incompatibile con lo status di cittadino americano.
Infine, alcuni analisti sollevano un’ulteriore questione legale: in presenza di cause civili intentate negli Stati Uniti, la cittadinanza americana del pontefice potrebbe, almeno in teoria, aggirare il principio di immunità sovrana. Anche se mai affrontato da un tribunale, questo scenario contribuisce a rendere il quadro giuridico ancora più incerto.
Il disegno di legge, il cui testo completo non è stato ancora reso pubblico, dovrà ora affrontare il percorso legislativo ordinario, tra eventuali revisioni e possibili opposizioni in Congresso. Resta da vedere se riuscirà ad affermarsi come soluzione stabile a una situazione mai verificatasi prima: un cittadino americano al vertice della Chiesa cattolica e al tempo stesso sotto la lente del fisco degli Stati Uniti.
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