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30 Luglio 2025 - 14:50
In un tempo segnato da un sovraccarico costante di stimoli digitali e connessioni superficiali, Papa Leone XIV lancia un appello forte: serve una nuova cultura della comunicazione. Lo ha fatto affidando un messaggio ai giornalisti e comunicatori riuniti nell’Aula Paolo VI per il Giubileo del Mondo della Comunicazione, e tornando sull’argomento durante una recente udienza generale.
Al centro del pensiero del Pontefice, una consapevolezza sempre più condivisa: viviamo in una società malata di iperconnessione, bombardata da immagini spesso distorte, travolta da messaggi che generano disorientamento e disagio. È una “bulimia comunicativa” che spegne la capacità di discernimento e alimenta solitudini invisibili.
In questo contesto, il Papa invita a ripensare profondamente il nostro modo di comunicare. Chiede di non lasciarsi anestetizzare da un flusso continuo di contenuti e di recuperare uno sguardo critico, un linguaggio umano, rispettoso e onesto. Troppe persone, sottolinea, vivono isolate nella loro disperazione, incapaci di esprimersi perché ferite nelle relazioni, deluse da un dialogo che ha perso autenticità.
Per affrontare questa crisi non bastano strumenti tecnici, ma serve invece un processo culturale che parta dalla formazione, in particolare dei giovani. Occorre sviluppare una vera alfabetizzazione mediatica, capace di educare al pensiero critico e al discernimento, strumenti indispensabili per leggere il mondo con lucidità e responsabilità.
La sfida non riguarda solo i consumatori di contenuti, ma anche chi li produce. Il Papa chiama in causa comunicatori, imprenditori, ingegneri informatici: tutti coloro che hanno un ruolo attivo nell’infrastruttura dell’informazione. La comunicazione, dice, non deve essere manipolata né svuotata di senso, ma va custodita nella sua bellezza e verità.
L’obiettivo è riscoprire un linguaggio che non ferisca, ma costruisca. Un modo di comunicare che non si limiti a colpire l’attenzione, ma che accenda il cuore e generi relazioni autentiche. Per il Pontefice, le parole hanno un peso e possono diventare ferite: per questo occorre un uso prudente e consapevole del linguaggio, in ogni contesto, digitale o fisico. A preoccupare, inoltre, è l’effetto a lungo termine dell’assuefazione allo scrolling, quel gesto compulsivo che disconnette dalla realtà e crea dipendenza. Papa Francesco richiama con forza a liberare il cuore da ciò che lo corrompe, mettendo al centro la parte più nobile della nostra umanità.
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