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Il caso
31 Luglio 2025 - 04:10
Da oltre dieci anni l’associazione culturale che gestisce Radio Blackout, storica emittente torinese legata agli ambienti anarchici, occupa regolarmente uno spazio di proprietà del Comune in via Cecchi. Un locale assegnato tramite bando pubblico, con un affitto pagato e le attività di manutenzione ordinaria a carico dell’associazione. È lo stesso Comune di Torino a confermarlo, precisando che «la procedura di assegnazione è avvenuta secondo le regole». Nonostante la correttezza formale, il caso continua a suscitare attenzione nel dibattito pubblico. A commentare la vicenda anche Augusta Montaruli, vice capogruppo di Fratelli d’Italia, che già in passato aveva espresso critiche sulla presenza dell’emittente dei faconorosi in locali pubblici.
«Non si tratta di un attacco politico – dichiara Montaruli – ma di una questione di buon senso civico: come può uno spazio comunale essere affidato a una realtà che, quotidianamente, trasmette contenuti che inneggiano alla violenza o all’illegalità?».
Radio Blackout è nata nel 1992: la prima sede è stata a San Salvario, poi si è spostata appunto in via Cecchi. E’ un’emittente che si autofinanzia con feste e ritrovi, nessuno spazio pubblicitario viene venduto.
I suoi palinsensti vedono programmi legati a un’informazione che gli stessi della radio definiscono «autonoma e indipendente». I temi trattati sono legati al mondo anarchico.
Qualche anno fa al microfono aveva parlato anche un uomo che apparteneva alle Brigate Rosse. L’emittente si ascolta in streaming e in fm: un ripetitore da 2000 watt posto al Colle della Maddalena copre le frequenze di Torino e provincia. Nel 2001 trasmise in diretta gli eventi di Genova, durante il G8.
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