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06 Agosto 2025 - 14:25
Ha preso il via oggi la raccolta firme e fondi promossa dal comitato Ripartire dalle Cime Bianche, con l’obiettivo di istituire un Parco naturale sul versante valdostano del Monte Rosa. L’iniziativa, presentata ufficialmente in serata durante un incontro nella sede dei vigili del fuoco volontari di Champoluc (Ayas), punta a contrastare la realizzazione del collegamento sciistico tra i comprensori del Monterosa Ski e del Cervino, in particolare la costruzione di una nuova telecabina nel vallone delle Cime Bianche.
Il comitato, da tempo attivo nel promuovere un modello alternativo di sviluppo per l’alta Valle d'Ayas e Valtournenche, ha fissato come obiettivo il raggiungimento di 10.000 sottoscrizioni e 10.000 euro da destinare alla campagna. I promotori – tra cui figurano nomi noti come l’ornitologo Massimo Bocca, l’archeologo Mauro Cortelazzo, il portavoce Marcello Dondeynaz, lo studioso di cultura walser Michele Musso e Rodolfo Soncini Sessa, già docente al Politecnico di Milano – ritengono che la creazione di un'area protetta rappresenterebbe un'alternativa concreta alla logica dell’ampliamento degli impianti sciistici.
Secondo i sostenitori del progetto, un Parco naturale in quell’area – che si estenderebbe tra i comuni di Ayas, Valtournenche e Gressoney-La-Trinité – favorirebbe la protezione della biodiversità in linea con le direttive europee, offrendo nel contempo opportunità economiche durature. Tra i benefici attesi: la nascita di posti di lavoro stabili e qualificati, lo sviluppo del turismo sostenibile durante tutte le stagioni, il recupero di alpeggi e pascoli storici, oltre alla promozione della ricerca scientifica e della divulgazione ambientale.
L’area interessata è già compresa nella rete Natura 2000 e riveste un ruolo fondamentale per la conservazione degli ambienti glaciali del gruppo del Monte Rosa. A livello geologico, la zona si distingue per la varietà di rocce metamorfiche e le formazioni calcaree uniche delle Cime Bianche, considerate tra le più significative testimonianze dell’antico oceano Tetide.
Oltre al valore naturalistico, il comitato evidenzia anche l’importanza storica e culturale del territorio, segnato nei secoli da insediamenti walser, vie di comunicazione storiche, miniere dismesse e opere ingegneristiche come l’acquedotto ru Courtod. L’idea è di trasformare l’intero vallone in un vero e proprio museo a cielo aperto, dove fauna protetta – come aquile reali, gipeti e stambecchi – e paesaggi geologici unici convivano con testimonianze della presenza umana in armonia con l’ambiente.
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