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trasporti
31 Agosto 2025 - 15:00
In Europa cresce il dibattito sulla necessità di limitare i voli a corto raggio e favorire il trasporto ferroviario per ridurre le emissioni di CO₂. Ma l’Italia, pur vantando una delle reti ad alta velocità più estese d’Europa, resta indietro nella sfida ambientale. Lo denuncia Greenpeace in un nuovo rapporto che mette a nudo un paradosso tutto italiano: volare costa meno che viaggiare in treno, anche se l’aereo inquina fino a 10 volte di più.
Il divario di prezzo è lampante su tratte come Roma–Milano, dove il treno alta velocità costa in media 60–90 euro, mentre un volo low cost parte da 29 euro. Ancora più sbilanciata la situazione tra Roma e Palermo: il treno notturno con cuccetta costa 70 euro, il volo diretto anche meno di 40. E se si guarda alle tratte internazionali, i numeri diventano impietosi: da Barcellona a Milano, il biglietto aereo può costare 19,99 euro, mentre il treno arriva a 215 euro. Lo stesso vale per Lussemburgo–Milano: 18,49 euro in volo contro 214 in treno. In totale, l’88% delle rotte internazionali da/per l’Italia analizzate da Greenpeace vede il treno più costoso dell’aereo.
Alla base di questo squilibrio c’è un sistema di incentivi sbilanciato: le compagnie aeree non pagano tasse sul carburante, né Iva sui voli internazionali, godono di sussidi agli aeroporti regionali e applicano tariffe sotto costo grazie ai servizi accessori. Il trasporto ferroviario, invece, paga pedaggi, Iva al 10%, accise sull’energia e non gode di agevolazioni fiscali. Il risultato? Una forte concorrenza dove il mezzo più inquinante è anche il più economico.
Eppure il treno resta la soluzione più sostenibile: secondo i dati del rapporto, un viaggio ferroviario può generare fino a 10 volte meno emissioni di CO₂ rispetto all’aereo. Inoltre, il 72% delle tratte aeree italiane più inquinanti ha un’alternativa ferroviaria inferiore a 6 ore, ma senza interventi pubblici, difficilmente sarà scelta dai viaggiatori.
Greenpeace lancia un appello al governo: intervenire con una riforma fiscale e una politica dei trasporti coerente con gli obiettivi climatici. Per l’Italia, la questione non è solo ambientale: la rete AV rappresenta un’eccellenza tecnologica e un asset strategico, ma senza politiche di supporto, rischia di rimanere sottoutilizzata.
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