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Niente più cellulare in classe: ma cosa rischiano gli studenti?

Istituti in tutta Italia si organizzano per applicare il divieto: custodia dei dispositivi negli zaini, sanzioni progressive e progetti sull’educazione alla disconnessione

Niente più cellulare in classe: ma cosa rischiano gli studenti?

Il nuovo anno scolastico parte con una regola chiara e condivisa in molte scuole italiane: niente smartphone in classe, nemmeno durante le pause o la ricreazione.
Il primo giorno si avvicina e gli istituti si stanno organizzando per gestire il nuovo corso: dallo spazio dove riporre il telefono alle sanzioni per chi trasgredisce, ogni scuola applicherà il divieto secondo il proprio regolamento interno.

«Le sanzioni devono rispettare il principio di gradualità – spiega Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi – e corrispondere alla gravità dell’infrazione». Le conseguenze potrebbero andare dalla semplice nota disciplinare fino alla sospensione, ma non mancano posizioni più morbide: «Basterebbe trattenere il cellulare e riconsegnarlo ai genitori il giorno dopo», propone Mario Rusconi, presidente ANP Roma. «Scomodare mamma o papà è spesso la punizione più efficace».

Un altro tema aperto riguarda dove riporre i telefoni: dotarsi di armadietti specifici per ogni classe è un'opzione troppo costosa per molti istituti. La soluzione più praticata sarà tenere il telefono nello zaino, senza toccarlo durante la giornata. Chi verrà sorpreso ad utilizzarlo incorrerà nelle sanzioni previste. «La sfida sarà complicata, ma è per il bene degli studenti», ammette Giannelli.

Molte scuole, intanto, stanno affiancando al divieto anche progetti educativi dedicati all’uso consapevole della tecnologia. «Nel nostro istituto affideremo a ogni classe momenti di approfondimento sul tema, con anche studi internazionali sull’uso degli smartphone», spiega Cristina Costarelli, preside dell’Itis Galilei di Roma e presidente Anp Lazio.

Anche il liceo Mamiani, sempre a Roma, ha già da tre anni una routine collaudata: i telefoni vengono lasciati sopra la cattedra in appositi contenitori con divisori, che quest’anno saranno aggiornati. «Stiamo regolamentando meglio le sanzioni, ma sulla custodia dei cellulari siamo già allineati», aggiunge la dirigente Tiziana Sallusti.

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