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13 Settembre 2025 - 07:42
Dal 2025 i medici di famiglia che entreranno nel Servizio Sanitario Nazionale avranno un doppio incarico: continuare a seguire i propri assistiti e svolgere turni stabiliti dalle aziende sanitarie all’interno delle Case di Comunità, strutture collegate a ospedali e ambulatori. Con questa riforma viene superato il vecchio modello di guardia medica, sostituito da un sistema di assistenza territoriale h24. L’obiettivo è ridurre gli accessi impropri ai pronto soccorso, eliminando i cosiddetti codici bianchi e garantendo una continuità assistenziale sempre attiva.
Il nuovo assetto, sostenuto dal ministro della Salute Orazio Schillaci, si basa sul modello “hub and spoke”: i centri principali (hub) avranno la presenza di medici 24 ore su 24 e offriranno servizi complessi, mentre le strutture periferiche (spoke) resteranno aperte 12 ore al giorno per 6 giorni a settimana, fornendo cure di base e collegandosi agli hub per i casi più delicati.
Nelle Case di Comunità saranno svolte attività come visite per urgenze non differibili, gestione di pazienti cronici e fragili in équipe multidisciplinari, campagne di prevenzione, controlli diagnostici di primo livello e assistenza a turisti, studenti fuori sede e cittadini non residenti. Gli spazi saranno attrezzati con ecografi, elettrocardiografi, sistemi di telemedicina e accesso alle banche dati cliniche.
Un ruolo centrale viene attribuito alla presa in carico di chi soffre di patologie croniche o si trova in condizioni di fragilità, con il supporto di infermieri e specialisti. Ampio spazio sarà dato a iniziative di educazione sanitaria: vaccinazioni, promozione di stili di vita sani e interventi mirati sui gruppi a rischio.
Secondo Schillaci, la riforma non può prescindere dalla collaborazione dei medici di medicina generale. Per rendere la professione più attrattiva è stata introdotta una specializzazione con borsa di studio pari a quella dei colleghi ospedalieri.
Le aziende sanitarie avranno il compito di assegnare sedi e turni ai medici, coordinando anche l’attività dei pediatri, che sarà garantita nelle ore serali, nei festivi e nei prefestivi. Le vecchie sedi di guardia medica saranno integrate nelle Case di Comunità, che diventeranno punti di riferimento per bisogni urgenti non differibili, in collegamento con la centrale operativa territoriale, il numero 116117 e il numero unico di emergenza 112.
Non tutte le situazioni saranno però gestibili in queste strutture: restano escluse condizioni come dolore toracico, forte cefalea improvvisa, traumi gravi, deficit neurologici acuti o perdita di conoscenza, che richiedono l’accesso diretto al pronto soccorso.
Il nuovo modello punta a una sanità più vicina ai cittadini, capace di alleggerire gli ospedali, ridurre la pressione sulle urgenze e potenziare la prevenzione, così da abbassare il carico di malattia nella popolazione e migliorare la qualità delle cure.
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