Cerca

DAL TRIBUNALE

Caso Silvio Viale: la Procura archivia 6 pazienti su 10. E il ginecologo sceglie il rito abbreviato

Il prossimo passo sarà l’interrogatorio davanti alle pm, in calendario per il 23 settembre

Sarà giudicato con rito abbreviato Silvio Viale, ginecologo, consigliere comunale dei Radicali +Europa, rinviato a giudizio lo scorso luglio per dieci presunti episodi di violenza sessuale. La richiesta è stata formalizzata in aula dal suo avvocato, Cosimo Palumbo, durante l’udienza preliminare al tribunale di Torino. Intanto, la procura ha chiesto di ridurre la lista delle pazienti che lo accusano: da dieci a quattro. Per sei delle presunte vittime – tutte donne che avevano sporto denuncia per fatti avvenuti durante visite mediche – è stata infatti avanzata la richiesta di archiviazione, perché le loro posizioni risultano, secondo i magistrati, “poco supportate”. Il prossimo passo sarà l’interrogatorio davanti alle pubbliche ministere Lea Lamonaca e Delia Boschetto, in calendario per il 23 settembre. Poi verrà fissata la discussione. Parallelamente, il gip dovrà calendarizzare un’udienza per esaminare le opposizioni alla richiesta di archiviazione, presentate da alcune parti offese. Le prime a sporgere denuncia erano state quattro studentesse tra i 20 e i 25 anni, assistite dalle avvocate Benedetta Perego e Ilaria Sala. Con il tempo, il numero delle pazienti coinvolte era aumentato. Nei verbali raccolti durante l’inchiesta – condotta dalle pm Lamonaca e Boschetto con il coordinamento del procuratore aggiunto Cesare Parodi, responsabile del pool fasce deboli – le donne hanno raccontato di essere state sottoposte a un linguaggio «offensivo», a domande sulla vita privata e le abitudini sessuali, e in alcuni casi a palpeggiamenti durante le visite. Alcune di loro hanno parlato anche di fotografie scattate alle parti intime, senza consenso. Nel corso delle indagini, l’anno scorso, erano stati sequestrati documenti, cartelle cliniche, computer e telefoni sia nello studio privato di Viale in via Berthollet, nel quartiere San Salvario, sia presso l’ospedale Sant’Anna.
Silvio Viale, sentito in procura dopo il sequestro del materiale, si era avvalso della facoltà di non rispondere.
Pubblicamente, anche dai banchi del Consiglio comunale, ha sempre respinto ogni accusa. Anche ieri, fuori dall’aula, il dottore ha scelto di non rilasciare dichiarazioni. Ha annunciato l'invio di un comunicato.
Il suo difensore ha spiegato così la scelta del rito abbreviato: «La decisione del dottor Silvio Viale è dettata unicamente dal fatto che si tratta della via più breve, e con tempi più rapidi, per avere una sentenza che dimostri l’insussistenza dei reati addebitati. Come fin dall’inizio, non rilasceremo dichiarazioni su quanto accadrà in camera di consiglio, per evitare che il procedimento venga influenzato da un processo mediatico anticipato».

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.