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Economia
16 Settembre 2025 - 10:25
La vendemmia piemontese di quest’anno segna un bilancio positivo. Le prime stime indicano un aumento del 5% rispetto al 2024, accompagnato da uve di buona qualità che lasciano intravedere ottime prospettive per le cantine della regione. I dati arrivano dall’indagine vendemmiale 2025, frutto della collaborazione tra Assoenologi, Unione Italiana Vini, ISMEA, Masaf e amministrazioni locali.
Il clima dell’annata si è dimostrato complessivamente equilibrato. Le piogge abbondanti della primavera hanno garantito riserve idriche fondamentali, mentre l’estate ha portato giornate calde e asciutte, con un mese di giugno tra i più torridi degli ultimi anni. Nonostante le temperature elevate, non si sono registrate anomalie significative nello sviluppo delle piante, che hanno mantenuto una crescita regolare.
Dal punto di vista fitosanitario, la peronospora ha esercitato una pressione rilevante nelle fasi iniziali, ma l’innalzamento delle temperature ne ha contenuto la diffusione. Più complessa la situazione legata agli insetti: nelle aree dell’Astigiano, in particolare tra Agliano Terme, Nizza Monferrato e Castelnuovo Belbo, sono state riscontrate forti presenze di tignole, mentre nelle Langhe la Lobesia Botrana e lo Scaphoideus Titanus hanno imposto interventi tempestivi. Nell’Alto Piemonte, invece, le attenzioni si sono concentrate sugli attacchi della Popillia Japonica.
Le alte temperature di agosto hanno anticipato l’inizio della vendemmia di circa una settimana rispetto allo scorso anno. Si è cominciato con Moscato e uve destinate alle basi spumante, per poi proseguire fino a ottobre inoltrato con le varietà più tardive come il Nebbiolo. Le prime cassette raccolte confermano una qualità molto buona, segnale incoraggiante per un’annata che promette di unire quantità e valore.
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