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Il caso

Rider discriminate portano Glovo in tribunale

«Guardo il calendario, non capisco come tu non me l’abbia ancora data»

Rider discriminate portano Glovo in tribunale

A Torino, due fattorine di Foodinho–Glovo hanno citato in giudizio la piattaforma davanti alla sezione Lavoro del Tribunale. L'accusa è duplice: discriminazione e condizioni di lavoro degradanti. Sul tavolo, ci sono presunte avances da parte di superiori, esclusioni sistematiche e un uso opaco dell’algoritmo di assegnazione delle consegne. Assistite dall’avvocata Giulia Druetta, le due rider chiedono il riconoscimento di un rapporto di lavoro subordinato, con tutte le tutele che ne derivano: ferie, malattia, salario minimo e garanzie contro abusi e molestie. Un elemento centrale dell’atto depositato riguarda un gruppo WhatsApp riservato, chiamato "veteran", che – secondo le lavoratrici – avrebbe permesso ad alcuni rider di prenotare in anticipo gli slot di lavoro, eludendo l’algoritmo ufficiale. A gestire il gruppo sarebbero stati due manager, descritti come figure di collegamento con l’azienda. Al dossier si aggiungono i messaggi di contenuto sessuale ricevuti da una delle ricorrenti: «Guardo il calendario, non capisco come tu non me l’abbia ancora data» o «Lo sai che scherzo, ma c’è un fondo di verità». Frasi definite dalla difesa come “goliardiche”, ma che, per il giudice, potrebbero assumere un altro peso se inserite in un contesto di dipendenza economica e squilibrio gerarchico. Altro nodo, l’algoritmo entrato in vigore nel 2024. Secondo le ricorrenti, il nuovo sistema le avrebbe penalizzate progressivamente, fino a bloccare l’accesso all’app per una di loro, affetta da problemi cardiaci.

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