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LA STORIA
10 Ottobre 2025 - 12:52
Foto di repertorio
Da settimane F.D.L., cinquantenne pugliese condannato fino al 2040 per plurime truffe, resta intrappolato tra ospedale e carcere. A metà settembre il tribunale del Riesame di Torino ha revocato il differimento pena concesso per le sue condizioni di grave obesità — aveva raggiunto i 260 chili — confermando che già da agosto avrebbe dovuto rientrare in carcere, dopo comportamenti “inconciliabili” con la RSA dove era stato assegnato. In assenza di spazi adeguati nella casa circondariale di Cuneo, è stato ricoverato al Pronto Soccorso dell’ospedale Santa Croce, piantonato giorno e notte da agenti di polizia penitenziaria. La soluzione ha sollevato critiche: il garante dei detenuti di Cuneo, Alberto Valmaggia, e il primario di Medicina d’Urgenza Giuseppe Lauria hanno denunciato l’“uso improprio di un letto tecnico per acuti”. Il sindacato Osapp ha aggiunto che dieci agenti impegnati nei piantonamenti sottraevano personale già in affanno. Due settimane fa il trasferimento nel centro clinico del carcere di Marassi a Genova. Ora si profila un nuovo rientro in Piemonte: a Torino, nel carcere Lorusso e Cutugno, è stata predisposta una cella nella Sezione “Filtro”, con muri, ingressi e cancelli ampliati. Non si tratta di un centro diagnostico-terapeutico, e resta da chiarire come sarà garantita l’assistenza sanitaria. Il legale Luca Puce parla di trasferimento “temporaneo”, in attesa di una soluzione definitiva a Cuneo o Torino. Intanto prepara una PEC per protestare contro le condizioni di detenzione a Marassi, dove il detenuto è costretto su un letto in ferro con materasso sottile, incompatibile con le sue condizioni.
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