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Il caso

Non c'è posto in Piemonte per il detenuto obeso: l'uomo viene trasferito a Genova

I penitenziari di Cuneo e Torino, al momento, non hanno una cella idonea per lui

Niente posti in Piemonte per il detenuto obeso: l'uomo viene trasferito a Genova

Il carcere di Genova

Da Cuneo a Genova, passando per una RSA e un reparto ospedaliero non specializzato. Continua senza soluzione il caso del detenuto gravemente obeso e diabetico, originario di Lecce, rimasto oltre un mese all’ospedale Santa Croce di Cuneo per mancanza di strutture carcerarie adeguate. Dieci giorni fa il trasferimento al carcere di Marassi, a Genova. Una scelta temporanea — spiegano i legali — in attesa che le carceri di Cuneo o Torino si dotino di una cella compatibile con le sue condizioni di salute. «La diaspora del mio assistito continua», ha dichiarato l’avvocato Roberto Puce, che denuncia l’assenza di risposte chiare dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Marassi, però, è un istituto già sovraffollato del 127%, con 142 detenuti in eccesso e 17 agenti in meno rispetto all’organico previsto. Né risultano al momento camere attrezzate per soggetti con disabilità motoria. Secondo quanto riferito dal fratello, il detenuto ha bisogno di medicazioni quotidiane, lavaggi, un letto sanitario adeguato. In assenza di personale sanitario fisso, le cure sarebbero affidate a un altro detenuto. La sedia a rotelle non entra nella sala colloqui, rendendo impossibili anche le visite di famiglia. Il detenuto era stato originariamente assegnato agli arresti domiciliari a Cuneo, poi ricoverato in una RSA a Bra, da cui era stato allontanato dopo gravi minacce. Infine, l’ordinanza di custodia cautelare, eseguita però senza un luogo effettivo in cui scontarla. L’ospedale Santa Croce, dove è rimasto dal 23 agosto, non dispone di un reparto specializzato per l’obesità. Al momento, per uscire dal carcere, l’unica possibilità è trovare un’abitazione privata idonea, con l’assistenza necessaria. «Sto ancora cercando una casa per lui», dice il fratello, «ma senza aiuto medico, anche quella soluzione sarebbe un rischio».

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