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Il caso
29 Ottobre 2025 - 20:15
Importante sequestro nel carcere di Fossano, dove la Polizia Penitenziaria ha scoperto due telefonini con sim card nascosti in due diverse celle della Seconda Sezione. Il ritrovamento è avvenuto nella mattinata di mercoledì 29 ottobre, durante una perquisizione ordinaria condotta con meticolosità dal personale carcerario.
“I dispositivi erano stati nascosti con estrema astuzia – ha spiegato Vicente Santilli, segretario per il Piemonte del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPe) –: uno rinvenuto dietro l’intercapedine del citofono e l’altro nel condotto di aerazione, entrambi occultati all’interno di calzini appesi con dei lacci da scarpe negli anfratti usati come nascondiglio. Due detenuti hanno ammesso il possesso dei telefoni, immediatamente sequestrati, ed il fatto è stato deferito all’autorità giudiziaria, poiché la detenzione di tali oggetti in carcere costituisce reato”.
“È inaccettabile che la sicurezza e la legalità in carcere debbano dipendere unicamente dall'abnegazione degli agenti. Mentre il crimine si evolve e utilizza microtecnologie, le forze dell'ordine vengono lasciate sole, con una drammatica carenza di strumenti elettronici, mezzi moderni e formazione adeguata”, ha aggiunto Santilli, che ha chiesto al Provveditorato penitenziario di Torino “interventi urgenti per dotare la Polizia Penitenziaria del Piemonte dei mezzi che merita”.
“La segreteria SAPPe del Piemonte torna a denunciare un aspetto del sistema penitenziario nazionale grave ed oggettivo: l’uso illecito di telefoni cellulari in cella e il sorvolo di droni con materiale vietato e pericoloso – ha dichiarato Donato Capece, segretario generale del SAPPe –. Noi lo denunciamo da anni, chiedendo di schermare le carceri e di dotare tutti i Reparti del corpo di polizia penitenziaria di opportuni sistemi per rendere inattivi i sorvoli sulle strutture”. Capece ha poi sottolineato: “Non possiamo più permetterci che episodi di questo tipo diventino la norma. La sicurezza degli operatori, dei detenuti e dell’intera comunità è a rischio”.
Il segretario ha infine evidenziato come “la denuncia del SAPPe del Piemonte conferma tutte le ipotesi investigative circa l'ormai conclamato fenomeno di traffico illecito a mezzo droni, favorito anche dalla libertà di movimento dei detenuti a seguito del regime custodiale aperto”. “È indispensabile investire sulla formazione del personale e sulle dotazioni – ha concluso – affinché la polizia penitenziaria sia messa nelle migliori condizioni per garantire l’ordine all’interno degli istituti e tutelare la sicurezza, a beneficio della collettività libera”.
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