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04 Novembre 2025 - 20:15
Mercoledì 5 novembre sarà la giornata di protesta dei medici di base. Lo Snami (Sindacato nazionale autonomo dei medici italiani) ha indetto uno sciopero contro l’introduzione del cosiddetto “ruolo unico”, una misura che, secondo il sindacato, rischia di cancellare l’autonomia professionale e snaturare la medicina territoriale.
Il presidente dello Snami, Angelo Testa, ha denunciato che “il medico di famiglia sta diventando un semplice esecutore amministrativo, vincolato alle logiche del sistema, ma privo delle tutele e della libertà professionale garantite finora”.
Durante la mobilitazione, gli ambulatori resteranno chiusi, ma saranno assicurati i servizi di urgenza e continuità assistenziale. L’obiettivo è richiamare l’attenzione delle istituzioni sulla necessità di tutelare la qualità dell’assistenza e il ruolo dei medici come punto di riferimento per il territorio.
Il 6 novembre sciopero dei lavoratori delle farmacie private
Il giorno successivo, giovedì 6 novembre, toccherà ai circa 60 mila dipendenti delle farmacie private aderenti a Federfarma. Le sigle sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno proclamato uno sciopero nazionale per chiedere il rinnovo del contratto collettivo, scaduto dal 31 agosto 2024.
Le organizzazioni domandano aumenti salariali in linea con il costo della vita e un riconoscimento del valore professionale di chi lavora ogni giorno a contatto con i cittadini. Federfarma avrebbe proposto un incremento di 180 euro lordi mensili, giudicato insufficiente dai sindacati, che ne chiedono almeno 360 insieme a nuove garanzie su tutele e sicurezza sul lavoro.
Lo sciopero interesserà oltre 18 mila farmacie private in tutta Italia: anche in questo caso saranno garantiti i servizi essenziali, ma si prevedono disagi per l’approvvigionamento di farmaci e consulenze.
Due categorie diverse, una richiesta comune: più riconoscimento
Le proteste consecutive di medici e farmacisti mettono in evidenza una crisi condivisa nel settore sanitario: la richiesta di maggior rispetto per le competenze e per il lavoro svolto quotidianamente.
Da un lato i medici di medicina generale chiedono di non essere trasformati in semplici funzionari, dall’altro i farmacisti reclamano retribuzioni adeguate e un contratto aggiornato che rifletta il ruolo sempre più centrale nella prevenzione e nel supporto ai cittadini.
Due giorni che, seppur distinti, rappresentano un unico grido d’allarme: difendere la qualità della sanità pubblica e il valore di chi ne garantisce il funzionamento ogni giorno.
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