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Il caso

Fine vita, il M5S rilancia: «Una legge regionale sul suicidio medicalmente assistito»

Coluccio: «È un atto di civiltà fondamentale, per una legge che il Piemonte non può più attendere»

Fine vita, il M5S rilancia: «Una legge regionale sul suicidio medicalmente assistito»

La morte di Alice ed Ellen Kessler, le celebri gemelle del varietà italiano degli anni d’oro, ha riacceso in tutta Europa il dibattito sul fine vita. Le due artiste, 89 anni, sono decedute il 17 novembre 2025 nella loro casa di Grünwald, vicino a Monaco di Baviera, scegliendo, secondo quanto riportato dal quotidiano tedesco Bild, il suicidio assistito, pratica consentita in Germania a determinate condizioni. Una vicenda che inevitabilmente riporta al centro dell’agenda italiana un tema attualmente privo di una regolamentazione organica. In Piemonte, il Movimento 5 Stelle tenta di imprimere un’accelerazione. Il consigliere regionale Pasquale Coluccio ha infatti depositato una proposta di legge per regolamentare il suicidio medicalmente assistito, riprendendo i contenuti della proposta di legge popolare presentata in Piemonte dall’Associazione Luca Coscioni - sostenuta da oltre 11mila firme - e le norme già approvate in Toscana e Sardegna.

Coluccio spiega che l’obiettivo è quello di «garantire un percorso chiaro, uniforme e tempestivo per le persone che rientrano nelle condizioni fissate dalla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale», la storica pronuncia sul caso Cappato–Antoniani che consente l’accesso all’aiuto a morire a chi è affetto da patologie irreversibili, con sofferenze fisiche o psicologiche intollerabili, dipendente da trattamenti di sostegno vitale e pienamente capace di assumere decisioni libere e consapevoli. La proposta prevede che ogni azienda sanitaria istituisca una Commissione medica multidisciplinare permanente incaricata di valutare i singoli casi. Vengono inoltre garantite piena informazione ai pazienti, presa in carico palliativa e tutele per gli operatori sanitari coinvolti. «Questa norma garantirà finalmente procedure uniformi e certe», afferma il consigliere. «È un atto di civiltà fondamentale, per una legge che il Piemonte non può più attendere. Oggi più che mai serve senso di responsabilità: è arrivato il momento che la politica faccia la sua parte».

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