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LA STORIA
30 Novembre 2025 - 11:15
Chiara, Emanuele e Mattia
La paura può arrivare senza preavviso. Per Chiara, 38 anni, fisioterapista, accade a metà agosto, nel pieno della sua seconda gravidanza. Alla 22ª settimana, crisi epilettiche improvvise la portano d’urgenza al Pronto soccorso delle Molinette, alla Città della Salute di Torino. Bastano pochi accertamenti per la diagnosi che cambia tutto: un voluminoso tumore cerebrale che comprime profondamente i lobi frontali. I medici devono decidere subito. Intervenire, salvaguardando la sua vita e quella del bambino.

Nelle ore successive, l’équipe neurochirurgica guidata dal professor Diego Garbossa e dal dottor Nicola Marengo affronta un intervento ad altissima complessità: servono rapidità, precisione e perdite ematiche minime, per non compromettere la perfusione del feto. In meno di tre ore il tumore viene rimosso completamente. È benigno. Intorno a Chiara si muove una macchina di competenze perfettamente integrata. La Ginecologia e Ostetricia 4, diretta dal dottor Saverio Danese con la dottoressa Elisa Picardo e il dottor Carlo Maria Carmazzi, monitora costantemente la vitalità fetale. L’anestesia, curata dal team dell’Anestesia e Rianimazione 2 diretto dal dottor Maurizio Berardino e gestita dal dottor Christoph Meier, calibra ogni fase con attenzione millimetrica. Accanto ai medici, infermieri, ostetriche, tecnici di neurofisiologia e OSS sostengono ogni passaggio. Professionalità e umanità che si intrecciano.
Il decorso post-operatorio è rapido. Chiara viene dimessa dopo pochi giorni e prosegue la gravidanza sotto stretto controllo.
Poi, pochi giorni fa, la svolta più attesa: la nascita del piccolo Mattia. Nato alla 36ª settimana, 2.480 grammi, viene preso in carico dalla Terapia Intensiva Neonatale (TINO) sotto la supervisione della dottoressa Maria Francesca Campagnoli, della Neonatologia diretta dalla dottoressa Caterina Carbonara. Il cesareo è stato eseguito dalla dottoressa Elisabetta Cantanna, con il supporto anestesiologico del dottor Alfio Bonanno dell’Anestesia e Rianimazione 4, diretta dalla dottoressa Mariella Maio. «Questa storia rappresenta l’eccellenza della medicina multidisciplinare» sottolineano i medici. «Il lavoro di squadra è stato determinante.»
Per il direttore generale della Città della Salute, Livio Tranchida, si tratta di un esempio concreto della capacità di far convergere, contemporaneamente, tutte le competenze necessarie. L’assessore regionale alla Sanità, Federico Riboldi, ribadisce come la collaborazione tra strutture resti il cardine della sanità piemontese. Chiara è uscita dall’ospedale venerdì. Continuerà i controlli con l’équipe neurochirurgica. Mattia, per ora, resta ricoverato.
A casa l’aspettano il compagno, Emanuele, e il loro primo figlio, Davide. Lei racconta i momenti di paura prima del verdetto, il sollievo saputo che il tumore era benigno, la liberazione dopo l’operazione riuscita. E poi aggiunge:
«Sono diventata mamma a 36 anni la prima volta e 38 la seconda. Si può fare, succede sempre più frequentemente. Prima ho studiato, ho creato il mio percorso, comprato casa, trovato la mia strada» racconta.
«Il nome Mattia? Ci piaceva il suono, a entrambi.» Chiara e Emanuele amano la montagna: da quando è nato Davide non ci sono più potuti andare. «Tra qualche anno un Natale e Capodanno in montagna si potrà fare. La prossima estate, invece, andremo al mare tutti insieme.» Davide sa che è nato il fratellino. Non lo ha ancora visto.
E sarà proprio quel momento, quando entrerà nella stanza e incontrerà Mattia per la prima volta, a trasformare questa lunga storia di paura, coraggio e attesa in un’emozione piena, finalmente condivisa.
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