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Ilaria Sula, i messaggi di Samson dopo l’omicidio: tentativo di depistaggio e inganno sui social

Durante la seconda udienza del processo a Roma, emergono le conversazioni inviate dall’ex fidanzato alla studentessa già uccisa, mentre gli investigatori ricostruiscono la vicenda

Ilaria Sula, i messaggi di Samson dopo l’omicidio: tentativo di depistaggio e inganno sui social

Durante la seconda udienza del processo per l’omicidio di Ilaria Sula, studentessa dell’Università La Sapienza, è emerso un dettaglio inquietante: Mark Samson, ex fidanzato della giovane, inviò messaggi e chiamate alla ragazza dopo averla uccisa, cercando di far sembrare che fosse ancora viva.

In particolare, il 29 marzo 2025 Samson scrisse messaggi disperati su WhatsApp: “Ila, dove sei? Rispondi, stai preoccupando tutti”. Inviò anche sei chiamate vocali senza ricevere risposta. Apparentemente preoccupato, contattò persino la famiglia della ragazza, arrivata da Terni a Roma, e mostrò le conversazioni agli investigatori.

Tuttavia, i messaggi erano parte di un tentativo di depistaggio. Il corpo di Ilaria era già stato lasciato in un dirupo a Capranica Prenestina, a circa 15 metri dalla strada. Samson, secondo le indagini, scrisse messaggi anche a un’amica della vittima, affermando che Ilaria stava per incontrare un ragazzo conosciuto su Tinder. Inoltre, utilizzò il profilo Instagram della giovane per pubblicare una storia in cui dichiarava falsamente di stare bene.

L’udienza in aula bunker

Oggi, davanti alla prima Corte d’Assise di Roma, sono stati ascoltati diversi agenti di polizia che hanno seguito le indagini sulla scomparsa e successivo omicidio della studentessa ternana. I testimoni hanno ricostruito gli ultimi momenti di contatto tra Ilaria e Samson, compreso un vero scambio di messaggi del 24 marzo, in cui la giovane chiedeva di incontrarlo prima delle 12 o dopo le 16. Il giorno seguente, la ragazza sparì e il corpo venne ritrovato il 2 aprile, dopo la confessione dell’imputato, che ammise di averla colpita con un coltello.

L’aula bunker di Rebibbia ha ospitato l’udienza per permettere a numerosi parenti e amici di assistere. Sono state ammesse come parti civili soltanto la famiglia della vittima, l’Università La Sapienza e l’associazione Insieme a Marianna. I genitori e il fratello di Ilaria non hanno potuto seguire la seduta, poiché dovranno testimoniare nella prossima udienza, fissata per il 22 dicembre. Mark Samson non era presente in aula e non è ancora chiaro se sarà ascoltato di persona.

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