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Strage in Australia, 12 morti. Le due torinesi: «Chiuse in bagno per ore, credevamo di morire»

Mattanza durante la festa ebraica a Bondi Beach, la spiaggia più famosa di Sydney. Tra le vittime anche il rabbino

La strage sulla spiaggia di Bondi Beach, in Australia

La strage sulla spiaggia di Bondi Beach, in Australia

«Quando le mie figlie hanno visto un fiume di gente correre a perdifiato, inizialmente hanno pensato che fosse arrivato uno squalo a riva. Invece c'era appena stato un attentato e c'erano già tantissimi morti sulla spiaggia». La voce è di Tania Boianelli, giornalista torinese ancora sotto shock le cui due figlie, Carolina, 30 anni, e Lodovica, 27, si trovavano proprio a Bondi Beach, in Australia, quando è avvenuto l'attentato durante la festa ebraica di Hanukkah, che ha provocato 12 morti tra cui anche il rabbino.

Stavano festeggiando il compleanno di un'amica in un locale, Carolina e Lodovica, quando hanno udito gli spari: a Bondi Beach, la spiaggia più famosa d'Australia, c'era appena stata una mattanza durante la festa ebraica, con il bilancio (provvisorio) di 12 morti (tra cui il rabbino di Sydney, Eli Schlanger) e almeno 29 feriti, due dei quali sono agenti di polizia. Morto anche un attentatore, mentre un altro presunto assalitore è in condizioni critiche.

Le due giovani torinesi, uditi gli spari, si sono chiuse in bagno, e ci sono rimaste per ore, terrorizzate. Poi hanno avuto il via libera per uscire, quando la strage sulla spiaggia era già stata compiuta e la polizia australiana era già arrivata in forze a Bondi Beach. Racconta ancora Tania: «Carolina e Lodovica mi hanno telefonato e dicevano: "Mamma, siamo uscite da poco dal bagno, sembrava di essere al Bataclan. Ci siamo raccontate a vicenda i momenti più belli della nostra vita, perché eravamo convinte di morire anche noi"».

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