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Eredità Agnelli

John Elkann, il gip ordina l'imputazione coatta per frode fiscale: rinvio sulla decisione legata alla messa alla prova

La decisione slitta a febbraio. La stessa giudice ha inoltre rinviato al 21 gennaio l’udienza dedicata alla proposta di patteggiamento presentata da Gianluca Ferrero

Eredità Agnelli, imputazione coatta per John Elkann per frode fiscale

John Elkann (Fonte: Wikipedia)

Verso il processo. L’inchiesta torinese sull’eredità di Donna Marella Agnelli imbocca una strada inattesa e lo fa nonostante le conclusioni della Procura. Il gip del tribunale di Torino ha infatti ordinato l’imputazione coatta nei confronti di John Elkann per due capi nell’ambito del procedimento legato alla residenza in Italia della nonna, respingendo la richiesta di archiviazione avanzata dai pubblici ministeri. I reati ipotizzati sarebbero la dichiarazione fraudolenta e la truffa aggravata ai danni dello Stato, anche se su questo aspetto non vi sono ancora conferme ufficiali. L’ordinanza firmata dal gip Borretta ridisegna il perimetro del fascicolo: archiviazione totale per Ginevra Elkann, Lapo Elkann e per il notaio Urs Robert von Gruenigen; prosecuzione dell’azione penale, invece, per John Elkann e per il commercialista Gianluca Ferrero, limitatamente a due dei sei capi originariamente contestati. Su un binario distinto continua intanto la valutazione della messa alla prova chiesta da John Elkann. Davanti a un altro giudice, la gip Di Maria ha rinviato all’11 febbraio la decisione sull’istanza, ritenendo necessario un approfondimento della memoria depositata dalla difesa. La stessa giudice ha inoltre rinviato al 21 gennaio l’udienza dedicata alla proposta di patteggiamento presentata dal commercialista Gianluca Ferrero, che riguarda una pena pecuniaria di circa 73 mila euro. La reazione dei legali di Elkann è affidata a una nota «Pur esprimendo la nostra soddisfazione per le archiviazioni disposte dal gip Borretta, la sua decisione di imporre al pm di formulare l’imputazione per John Elkann e Gian Luca Ferrero è difficile da comprendere, perché in contrasto con le richieste dei Pubblici Ministeri, che erano solide e ben argomentate per tutti i nostri assistiti», spiegano. Secondo la difesa, l’ordinanza non vincolerebbe la gip Di Maria chiamata a pronunciarsi sulla messa alla prova. Gli avvocati annunciano inoltre il ricorso in Cassazione contro il provvedimento del gip Borretta, eccependone l’«abnormità». «Nel merito questi tecnicismi processuali non cambiano nulla: ribadiamo la nostra ferma convinzione che le accuse mosse a John Elkann siano prive di qualsiasi fondamento e riaffermiamo la convinzione che egli abbia sempre agito correttamente e nel pieno rispetto della legge». Quanto alla scelta di aderire a un accordo, la difesa precisa che non vi sarebbe «alcuna ammissione di responsabilità», ma solo la volontà di chiudere rapidamente «una vicenda personale molto dolorosa», anche dopo aver definito con l’Agenzia delle Entrate ogni possibile controversia fiscale connessa alla posizione dei fratelli Elkann come eredi di Donna Marella Agnelli. Un percorso giudiziario che, archiviazioni a parte, resta aperto.

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