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Cosa si sa sulla sparatoria a Sydney

Attacco durante Hanukkah a Bondi Beach, decine di feriti, terrorismo mirato alla comunità ebraica

Cosa si sa sulla sparatoria a Sydney

Una sparatoria durante la celebrazione di Hanukkah a Bondi Beach, Sydney, ha provocato la morte di 16 persone, tra cui una bambina di 12 anni e il rabbino locale Eli Schlanger. Altri 40 partecipanti, tra cui due agenti di polizia, sono rimasti feriti. Il ministro degli Esteri italiano Tajani ha confermato che nessun cittadino italiano risulta coinvolto nella tragedia.

L’attacco è avvenuto intorno alle 18:47 ora locale, quando i partecipanti hanno iniziato a chiamare la polizia segnalando spari ripetuti all’Archer Park. Le autorità hanno identificato i responsabili come un uomo di 50 anni e suo figlio di 24 anni. Il padre è morto durante l’intervento delle forze dell’ordine, mentre il figlio è ricoverato in ospedale. Il cinquantenne deteneva regolarmente sei armi da fuoco, che corrispondono a quelle ritrovate sulla scena, e le indagini balistiche determineranno se siano le stesse autorizzate.

Nell’abitazione dei due attentatori sono stati scoperti anche due ordigni esplosivi non attivati. Secondo il commissario Mal Lanyon, capo della polizia del Nuovo Galles del Sud, non ci sarebbero altri complici e l’attacco è stato classificato come terrorismo mirato alla comunità ebraica.

Tra i testimoni, Arsen Ostrovsky, ferito durante la sparatoria, ha descritto l’accaduto come un “assoluto bagno di sangue”. Ostrovsky era sopravvissuto anche all’attacco di Hamas del 7 ottobre di due anni fa in Israele.

La scena è stata ripresa in tre video: in uno si vedono i due uomini armati sparare da un piccolo ponte, in un altro la fuga dei presenti, e nel terzo un passante riesce a disarmare uno degli aggressori, puntando l’arma contro di lui.

Il premier del Nuovo Galles del Sud, Chris Minns, ha dichiarato: “Questo attacco ha avuto l’obiettivo di colpire la comunità ebraica nel primo giorno di Hanukkah. Quella che avrebbe dovuto essere una serata di gioia si è trasformata in un orribile massacro.”

Il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, ha espresso cordoglio e vicinanza alle famiglie delle vittime, condannando con fermezza l’atto terroristico e qualsiasi manifestazione di antisemitismo.

Il primo ministro australiano, Anthony Albanese, ha proclamato il lutto nazionale, ordinando che le bandiere sventolino a mezz’asta in onore delle vittime.

Non è la prima volta che l’Australia e la regione affrontano simili tragedie: nel 2019, un attentato neonazista a Christchurch, Nuova Zelanda, aveva causato 51 morti in una moschea e in un centro islamico.

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