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Il caso

Lucia, l’autopsia non scioglie i dubbi. L’autista cambia versione, poi confessa

L’uomo sarà ascoltato nelle prossime ore. Per adesso non c’è disposizione per l’audizione della mamma

Lucia, l’autopsia non scioglie i dubbi. L’autista cambia versione, poi confessa

La piccola Lucia

Si è svolta ieri l’autopsia sul corpo della piccola Lucia, la bambina di meno di tre mesi morta il 6 dicembre scorso in un incidente lungo l’autostrada A5. L’esame, eseguito dal medico legale Valentina De Biasio, non ha però fornito elementi certi in grado di ricostruire con precisione le responsabilità e la dinamica della tragedia. Al momento risultano indagate due persone: l’autista del furgone che avrebbe urtato la macchina guidata dalla madre della piccola, Costanza Fiore, e la stessa mamma. Essere indagati in un procedimento permette di nominare consulenti tecnici che partecipano agli accertamenti. La famiglia di Lucia ha scelto il medico legale torinese Lorenzo Varetto, noto per i casi di Cogne e Garlasco; l’autista, un uomo di 44 anni residente a Busano, nel Canavese, è assistito dalla dottoressa Valentina Vasino. Il pm che coordina le indagini è Mattia Cravero della procura di Ivrea, mentre la famiglia di Costanza è rappresentata dall’avvocata Emiliana Oliviero e il difensore del 44enne è Paolo Gramaglia.
L’autopsia richiederà fino a sessanta giorni, il tempo massimo previsto per questo tipo di esame. Nel frattempo, il pm potrebbe disporre accertamenti tecnici irripetibili, strumenti investigativi che permettono di verificare fatti, persone o luoghi che non potrebbero essere ripetuti senza alterare la prova. Questi atti, come sempre, garantiscono la partecipazione di indagati e difensori, assicurando la regolarità del contraddittorio. Emergono anche nuove ipotesi sulle dinamiche dell’incidente. Dopo l’impatto tra il furgone Ford bianco e la Fiat 500X guidata dalla madre, l’ovetto in cui dormiva la piccola Lucia sarebbe stato sbalzato sull’asfalto, tra la prima corsia e quella d’emergenza, vicino a una piazzola. Potrebbero essere state coinvolte altre due auto. L’autista del furgone aveva inizialmente raccontato al datore di lavoro che i danni erano stati causati da un cinghiale e aveva confermato la versione agli agenti della polizia stradale. Solo successivamente, presentandosi ai carabinieri, ha modificato la propria dichiarazione: «All’ultimo momento ho provato a frenare per evitare la Fiat 500X che aveva sterzato verso il centro della carreggiata. Non sono riuscito e devo aver colpito l’auto nella fiancata posteriore sinistra», ha spiegato. Una coppia di testimoni presenti ha confermato la dinamica e aiutato a rintracciare il furgone. Il 44enne sarà ascoltato nelle prossime ore dal pm. Mentre per adesso non c’è disposizione per l’audizione di Costanza Fiore. Un trauma che non è necessario in una condizione come questa, dove i dati e le certezze sono ancora nulla.

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