Prezzi record per benzina, diesel e metano. E il rincaro non si ferma. Guardando i dati forniti dall’Osservaprezzi carburanti del Ministero economico, a Torino la super viene già venduta a due euro al litro. Secondo le rilevazioni Assoutenti, associazione specializzata nel settore dei trasporti, e il Codacons, oggi un litro di benzina, rispetto a inizio anno, costa il 20.2% in più, mentre il gasolio è aumentato del +20.7%, con un rincaro di +14.6 euro a pieno per la benzina e +13.7 euro per il diesel.
Rispetto allo stesso periodo del 2020, la verde costa oggi il 24.7% in più (+17.2 euro a pieno), mentre il gasolio ha subito un incremento addirittura del +26.4% (+16.7 euro e pieno). L’aumento repentino dei prezzi di mercato del gas ha inoltre spinto il metano a superare anche quota 2 euro al chilo. A Torino il costo della benzina, secondo i dati dell’Osservaprezzi, oscilla tra 1.56 a 2.05 al litro. Quello del metano supera anche i 2 euro. Su certi tabelloni luminosi, specie quelli delle zone centrali, iniziano a spuntare cifre mai viste prima. All’Eni di corso Matteotti, per esempio, il prezzo della a benzina varia da 1.89 euro a 2.04, se si sceglie la super+. In certe zone i benzinai hanno tenuto i prezzi ancora bassi, circa 1.7 al litro, come in via Pietro Cossa, piazza Massaua e via Lessona.
Ma la sensazione è che l’aumento presto interesserà tutti. Dando uno sguardo al sito del Ministero i numeri infatti appaiono già più alti: all’Eni di corso Francia il rifornimento servito è indicato a 1.939 euro al litro, mentre il self a 1.729, all’Ip di corso Massimo D’Azeglio siamo a 1.929 euro e Tamoil di via Reiss Romoli, non certo una zona centrale, si sfiorano i 2 euro (1.99,9). Tetto addirittura superato nell’area servizio di via Agudio: 2.054 euro. Più economici i distibutori Europam, Beyfin e Keropetrol che vendono la verde a circa 1.70 euro al litro.
E se per la benzina si teme un’ulteriore aumento, il metano vale già oro: è passato passato da 1 euro a 2 euro al chilo, il doppio in soli tre mesi. «Certe società come Ip hanno superato il tetto dei 2 euro al litro per la benzina, ma il prezzo del carburante per ogni impianto viene deciso dalla società petrolifera ma, nonostante il prezzo del carburante sia salito, noi gestori ci guadagniamo sempre e solo 3 centesimi al litro perché quasi il 70% del costo è costituito da accise statali e il resto va alla società petrolifera». A fare luce sulla situazione economica è Vincenzo Nettis, presidente provinciale di Faib Confesercenti e gestore dell’impianto Eni di piazza Bernini.
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«Il rincaro si vede soprattutto nelle modalità di rifornimento: un litro di benzina servito arriva anche a costare 40 centesimi in più rispetto al self, questo è un aspetto preoccupante perché così la figura del benzinaio tende a diventare superflua» spiega Nettis che vende la benzina a 1.89 (servita) e 1.68 (self), mentre il gasolio a 1.79 (servito) e 1.58 (self). «La gente - spiega Nettis - preferisce le auto a benzina rispetto a quelle diesel, non tanto per i blocchi e lo smog ma perché, con lo smart working, c’è meno necessità di macinare tanti chilometri. Inoltre molte aziende comprano auto ibride per via degli incentivi, anche se queste vetture consumano molto di più rispetto alle auto al gasolio e hanno prestazioni peggiori».
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